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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 15:54.

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Energia dimenticata? Certo è che la lunga lista d'attesa dei provvedimenti sul settore energetico ha avuto, sinora, scarsa soddisfazione nel pacchetto anticrisi messo in campo dal Governo Monti. Qualcosa c'è, ma solo sul versante del "far cassa": il maxi-aumento delle accise sui carburanti a cui si aggiunge il carico dell'aumento Iva, la conferma della Robin Tax che deprime i conti e, ancor più grave, la capacità di investimento degli operatori.

I provvedimenti strutturali da tempo attesi per sbloccare le infrastrutture e animare la concorrenza? Poco o niente. Tutto rinviato ai provvedimenti "strutturali" ventilati dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera (che ancora deve assegnare le competenze sul'energia ad uno dei due neo-sottosegretari) per bilanciare con misure espansive la stretta del decretone risana-bilancio.

Un decretone che sul fronte energetico riserva proprio in queste ore qualche ulteriore delusione. Ondivaghe le misure per redistribuire le forze e le competenze su due organismi non di dettaglio: l'authority per la sicurezza nucleare e quella per le risorse idriche. La prima versione del decretone disponeva per entrambe il transito secco all'Authority per l'energia. Scelta razionale, se non fosse che l'Authority guidata da Guido Bortoni non avrà comunque alcuna risorsa aggiuntiva per svolgere i compiti supplementari.

Poi si è cambiata idea. E la soluzione, da razionale anche se avara di mezzi, è diventata un'altra. La versione "bollata" da Palazzo Chigi aveva riassestato lo schema e gli ultimi emendamenti al decreto proposti in Parlamento completano l'opera. L'agenzia per l'acqua verrà spartita, nelle competenze e nelle funzioni, tra l'Authority e il ministero dell'Ambiente. Quella per la sicurezza nucleare (solo in parte "sgonfiata" dall'annullamento del piano italiano per tornare all'energia atomica, visto che dovrà occuparsi di vigilare sullo smaltimento delle nostre comunque cospicue scorie radioattive, oltre che della nostra augurabile partecipazione ai programmi internazionali di ricerca) verrà dirottata dall'Authority Energia per essere a sua volta ripartita tra il ministero dello Sviluppo e quello dell'Ambiente dandola però in gestione diretta all'Ispra. «Che già svolge di fatto queste funzioni» spiega l'ex sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia, firmatario dell'emendamento.

Nel frattempo il decretone aveva già perso (rinviandolo anche qui, si presume, ai "provvedimenti Passera") l'unico pezzo forte sul versante delle politiche energetiche: la liberalizzazione della distribuzione dei carburanti con il via libera per i gestori degli impianti di approvvigionarsi all'ingrosso dove vogliono, con l'immediata nullità di ogni contratto che li obblighi a rifornirsi da una singola marca petrolifera o semplicemente da un solo grossista, anche se la misura è limitata per ora alla metà degli approvvigionamenti. Una soluzione peraltro di transizione per non sconvolgere con troppa rapidità le regole consolidate, e comunque fortemente contestata dai petrolieri (Assopetroli ha subito definito la cancellazione forzosa dei contratti di esclusiva come "incostituzionale").

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