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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2011 alle ore 13:54.
Ripete lo stesso messaggio consegnato ieri dall'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «Può darsi che si debbe arrivare a una nuova manovra». Poi, però, Silvio Berlusconi, a margine del processo Mills, prova ad attenuare il senso di quella previsione. «Comunque tutte le manovre hanno questo difetto, inducono alla recessione. È un cane che si morde la coda». L'ex presidente del Consiglio si muove così tra l'esigenza di non sconfessare completamente il nuovo esecutivo («non ho mai detto di staccare la spina») e la necessità di non appiattirsi troppo sulle scelte del governo Monti per non lasciare solo alla Lega il compito di intercettare il malcontento diffuso contro il decreto salva-Italia. Tanto più che i rapporti con Umberto Bossi, malgrado le smentite, segnano burrasca al momento e il premier preferisce glissare l'argomento. «Un incontro con Bossi? Ci sono ragioni obiettive che mi impongono il silenzio. È opportuno il silenzio».
Crisi: serve banca centrale che dia garanzia dei debiti sovrani
Ecco perché il suo ragionamento oscilla tra la presa d'atto delle scelte obbligate e il desiderio di smarcarsi. «Il problema non è italiano ma europeo, senza una banca centrale che possa dare garanzia sui debiti sovrani, non credo che riusciranno a risolvere i problemi derivati da questa crisi». Il Cavaliere sostiene l'idea della Bce come pagatore di ultima istanza e ribadisce davanti ai cronisti la necessità di battere su quel tasto. Berlusconi, però, ha anche un problema tutto interno al Pdl, scosso dalle defezioni e dai continui distinguo rispetto alla linea del partito sulla manovra. L'ex premier ostenta comunque serenità. «Non sono assolutamente preoccupato per la tenuta del Pdl», chiarisce. E dice di non essere intimorito nemmeno dall'eventualità del via a un nuovo gruppo autonomo da parte di Tremonti. Anzi, non senza un pizzico di ironia, si lascia scappare un «tanti auguri» all'indirizzo dell'ex ministro.
La critica: tagliate poche spese e incrementata pressione fiscale
Quindi la consueta difesa delle misure approvate dal suo esecutivo. «Con il mio governo siamo riusciti a tenere i conti in ordine senza imporre nuove tasse, facendo soltanto un taglio delle spese. Ora si è cambiata strada, si sono tagliate poche spese e si è proceduto nella direzione di incrementare la pressione fiscale». Non si sbilancia, invece, sulla durata del governo Monti. «Non credo - precisa - che ci sia nessuno che responsabilmente possa fare previsioni sulla durata di questo governo».
Asta frequenze tv: nessuno è interessato a investimento
Poi l'ex presidente del Consiglio rimarca la sua contrarietà rispetto alla possibilità di un'asta per le frequenze tv. «Credo non ci sia nessuno particolarmente interessato a un investimento per avere una frequenza». Auguro di fare cassa, prosegue il Cavaliere, «anche se con il diffondersi delle frequenze queste non hanno più valore». I costi per i contenuti delle frequenze, avverte Berlusconi, «superano grandemente i vantaggi che si possono avere. Le frequenze oggi sono un bene che non ha mercato. In tutta Europa è così». Da qui la convinzione che, dopo Sky, «credo che anche Rai e Mediaset non parteciperanno» nel caso di un'asta.
Il processo: Mills teste assistito con obbligo di dire la verità
Tornando al processo che si celebra davanti al tribunale di Milano e in cui l'ex premier è accusato di corruzione in atti giudiziari, i giudici meneghini hanno deciso che l'avvocato inglese David Mills deve essere sentito come testimone assistito da un difensore ma con l'obbligo di dire la verità e non può avere la facoltà di non rispondere. I processi a suo carico infatti si sono conclusi e ci sono solo sentenze irrevocabili di prescrizione. Il discorso vale per il processo in cui Mills rispondeva degli stessi fatti contestati all'ex premier, per l'accusa di riciclaggio in relazione ai diritti tv di Mediaset e per la falsa testimonianza del marzo 2003 nel processo Sme a Londra.
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