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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2011 alle ore 15:48.

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Italia verso la recessione, il peggio deve ancora venireItalia verso la recessione, il peggio deve ancora venire

Il Times segnala i timori di una "profonda" crisi in Italia, e così pure il Telegraph. Molte cronache inglesi fanno notare che le previsioni del governo di una contrazione del Pil dello 0,4% nel 2012 sono considerate "ottimistiche". "Possiamo dire senza peli sulla lingua che siamo già entrati in recessione",.afferma Paolo Mameli di Intesa Sanpaolo, secondo quanto scrive il Telegraph. "Ci aspettiamo che il Pil continui a contrarsi nei prossimi tre-quattro trimestri".

Per il Guardian, le difficoltà economiche italiane sono "l'avvisaglia di tempi più duri". "Gli analisti dicono che il peggio deve ancora venire". E tutti potrebbero subirne le conseguenze.

L'Italia "ha la capacità di portar giù con sé tutti gli altri, se l'economia andasse male per un certo periodo di tempo", avverte il Guardian, definendo "spaventose" le previsioni degli analisti. Tra gli esperti citati, Charles Dumas, di Lombard Street Research, sostiene che la manovra di Monti comporta una stretta fiscale del 4 - 5% del Pil, sarà "violentemente deflazionistica" e avrà un effetto di raffreddamento. Il calo dell'1,6% previsto dalla Confindustria, se si realizza, è una "notizia terribile" visto che la produzione nazionale è del 5% inferiore a quella del 2007.

Dumas, continua il Guardian, teme che Silvio Berlusconi sia in attesa dietro le quinte, pronto a tornare. Il suo timore è che dopo qualche mese di governo tecnocratico, gli italiani invochino il ritorno di Silvio.
"I Neuro si assumono un enorme rischio politico insistendo su una deflazione italiana così aggressiva", afferma Dumas. Il termine Neuro – spiega il Guardian - si riferisce al club dei Paesi dell'Europa del Nord, Germania in testa, che vogliono che i Paesi del Sud rimborsino tutti i loro debiti. "Insistono su questa linea, anche se i tedeschi non hanno mai rimborsato i debiti, almeno non negli ultimi cento anni", conclude il quotidiano.

In una corrispondenza di John Hooper, il Guardian attira l'attenzione sulla fuga dei cervelli dall'Italia. "Lo stallo economico mette gli italiani in movimento", titola. "La mancanza di progresso dall'inizio del secolo e la frustrazione per l'inerzia politica hanno spinto gli italiani altamente qualificati ad andare all'estero".
Negli ultimi dieci anni 600mila giovani italiani, spesso con alto livello di istruzione, hanno lasciato l'Italia. E la proporzione di laureati è quasi raddoppiata tra il 2002 e il 2008.

"Per l'Italia, la contrazione del Pil sta diventando la norma": così il Wall Street Journal titola un blog di Christopher Emsden, che commenta gli ultimi dati Istat sul calo del Pil.

"E' un po' peggio del previsto, ma non è una sorpresa", scrive Emsden, aggiungendo che comunque i dettagli dell'Istat "danno ampio motivo di costernazione".
Nel terzo trimestre, il commercio con l'estero ha contribuito alla crescita per 0,8 punti percentuali. Il fatto che l'intera economia sia comunque calata dello 0,2%, osserva il Wsj, "mette in evidenza che gli italiani stanno correndo ai ripari sulla spesa – che siano le famiglie, gli investimenti delle imprese o la spesa pubblica".

Inoltre, continua il Wsj, rispetto al terzo trimestre 2006, la spesa delle famiglie è salita del 10%, la spesa pubblica è salita dell'8,9%, mentre gli investimenti fissi si sono ridotti del 2,6%. "In breve, le imprese sono al ribasso da un po' di tempo".

Monti promette riforme per promuovere la crescita. "Gli ultimi dati Istat – secondo Emsden – indicano che le imprese hanno bisogno di essere incoraggiate per potenziare gli investimenti che aumentano la produttività". Le retribuzioni orarie nel settore manifatturiero sono solo il 74% di quelle francesi. Inoltre, il compenso per occupato del settore pubblico è salito quasi del doppio rispetto a quello del settore privato tra il 1999 e il 2007. L'effetto . prosegue il Wsj – "è stato di portare l'Italia nel club dei Paesi dove i posti di lavoro pubblici sono agognati poiché pagano più di quelli privati – un club che ha gli stessi cinque membri della lista di Paesi con problemi di titoli sovrani, chiamati anche ‘Piigs' ".
Ciò – conclude il Wsj – vuol dire che il governo dovrà ottenere risorse dal settore pubblico, e in particolare da tagli delle retribuzioni del settore pubblico", come raccomandato dall'Ocse.

Nella notizia sugli ultimi dati Istat, il Wsj fa notare che i dati parziali per il quarto trimestre indicano che il Pil italiano subirà una contrazione anche in questo periodo, cosa che farebbe entrare l'Italia "formalmente" in recessione. La scorsa settimana Il ministro dell'Industria Corrado Passera ha detto che il Paese è già in recessione.

"Il Pil italiano si contrae, la nazione entra in una nuova recessione", titola l'agenzia Bloomberg. L'Italia – aggiunge - potrebbe essere entrata nella sua quinta recessione dal 2001.

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