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Questo articolo è stato pubblicato il 26 dicembre 2011 alle ore 19:39.

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Mario Monti prepara il Cdm di mercoledì ma soprattutto punta a dare sostanza a quella "fase due" già avviata con la manovra ma che tutti, dai sindacati alle forze politiche, sollecitano ormai con forza. Sul timing della crescita, però, non ci sono al momento certezze anche se il professore, come ha ribadito negli incontri dei giorni scorsi con i leader politici, vorrebbe chiuderla in 90 giorni: subito quindi le liberalizzazioni e le misure per la crescita, tempi più lunghi invece per la riforma del lavoro.

Festività natalizie a casa per il professore prima del rientro a Roma
Monti ha trascorso le festività natalizie quasi interamente nella sua residenza milanese. Un breve periodo di riposo dopo il tour de force che ha portato all'approvazione del decreto "salva-Italia" e in vista della ripresa dell'attività di governo. Da domani il premier sarà di nuovo a Roma: mercoledì presiederà una riunione del Consiglio dei ministri, mentre giovedì è in programma la conferenza stampa di fine anno.

Il premier lavora alla svolta per convincere i mercati
Monti è infatti consapevole che serve una svolta subito per convincere un mercato ancora sospettoso e per invertire la rotta dello spread che, prima della pausa natalizia, ha sfondato nuovamente quota 500. E gli strumenti che ha individuato, insieme ai suoi ministri economici e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, sono quelli dello stimolo alla concorrenza e della leva delle infrastrutture. Due capitoli, su cui il Governo è già al lavoro da settimane, che si salderanno con un'azione puntuale di revisione della spesa, quella spending review che sarà utilizzata per assicurare la tenuta dei conti pubblici e per riequilibrare il primo intervento fatto con la manovra, inevitabilmente sbilanciato dal lato delle entrate. E che sarà completata, dopo la necessaria concertazione, dalla riforma del mercato del lavoro.

Sul tavolo del Cdm di mercoledì forse un primo pacchetto
Dunque, da subito, liberalizzazioni, infrastrutture e semplificazioni. L'intenzione è quella di fare già a gennaio, proprio nella prima legge per la concorrenza che un governo sarà in grado di varare, tutto quello che s rve per intervenire. A partire dalle misure abortite nella manovra, dalle farmacie ai taxi. Non è però da escludere, ed ecco l'accelerazione a cui starebbe lavorando il premier in tandem con Passera e Catricalà, che si riesca a preparare e a fare approvare già nel prossimo Cdm alcune misure anche per dare un'indicazione ai mercati.

Il capitolo infrastrutture
Quanto al capitolo infrastrutture, poi, si aprirà con un'operazione, in una riunione ad hoc del Cipe, di programmazione, per definire con esattezza le risorse a disposizione e le opere prioritarie a cui destinarle. Poi, sarà la volta di un decreto legge che stabilirà i criteri, ovvero gli sgravi fiscali, per incentivare la partecipazione del capitale privato alle opere pubbliche.

La riforma del mercato del lavoro
Resta poi fondamentale, anche se avrà bisogno di più tempo, la riforma del mercato del lavoro. Nel disegno del ministro Fornero, il nuovo sistema previdenziale delineato con la manovra deve necessariamente integrarsi con nuovo assetto degli ammortizzatori sociali e con nuove regole che mettano insieme l'esigenza di maggiore flessibilità con le necessarie tutele. Una sintesi che va sottratta alle polemiche sull'articolo 18 e trovata con una attenta e misurata concertazione fra governo e parti sociali. Accantonata dunque la polemica, il Governo punta a concentrare gli sforzi su una ulteriore riduzione del cuneo fiscale. Anche l'intervento sugli ammortizzatori sociali appare poi urgente: la strada da percorrere dovrebbe essere quella di arrivare anche in Italia a un vero sistema di sussidi alla disoccupazione, sul modello, magari, di quello che avviene in altri Paesi europei. (Ce.Do.)

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