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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2011 alle ore 19:50.

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La petroliera italiana Enrico IevoliLa petroliera italiana Enrico Ievoli

La petroliera italiana Enrico Ievoli, catturata martedì dai pirati
al largo delle coste dell'Oman, al momento dell'abbordaggio si trovava a poche miglia dal punto d'incontro con un convoglio scortato dalla flotta internazionale, uno dei tanti organizzati dalle diverse forze navali per proteggere i mercantili in transito nel Golfo di Aden.

In un'intervista al Messaggero il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, aveva evidenziato «che la nave Enrico Ievoli non aveva chiesto nessuno a bordo», riferendosi ai team che la Marina militare ha già assegnato a nove mercantili in transito in aree marittime a rischio pirateria. «Non abbiamo chiesto l'imbarco del team di militari perché la Enrico Ievoli era già inserita in un convoglio scortato da navi militari internazionali», ha detto al Sole 24 Ore Domenico Ievoli, amministratore delegato della società armatrice Marnavi Spa. «La nave è stata attaccata dai pirati a poche miglia dal punto d'incontro con un convoglio scortato dalla marina cinese». Un'altra nave del gruppo Marnavi in transito nell'Oceano Indiano ha invece chiesto e ottenuto l'imbarco di un team di fanti di Marina del reggimento San Marco. Si tratta di gruppi di sei militari il cui impiego costa agli armatori 2.100 al giorno (350 per ogni militare), cifra stabilita dalla convenzione tra Ministero della Difesa e Confitarma. Negli ambienti armatoriali si sottolinea però il numero limitato di team del San Marco messi a disposizione per la scorta ai mercantili (poche decine di uomini anche perché il grosso del reggimento è oggi schierato in Afghanistan) mentre l'iter della legge che consentirebbe l'imbarco di guardie armate private è ancora (è il caso di dirlo) in alto mare.

La Enrico Ievoli «è in navigazione verso le coste della Somalia ma è ancora ad una considerevole distanza», ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi esprimendo la vicinanza del governo italiano ai famigliari dei marinai che verranno ricevuti nelle prossime ore all'unità di Crisi della Farnesina. La Ievoli è probabilmente diretta verso la tortuga di Harardere (dove fino a pochi giorni or sono era tenuta sotto sequestro anche la petroliera Savina Caylyn) seguita da una nave da guerra turca della flotta della Nato, scoraggiata dall'avvicinarsi troppo al cargo italiano dalla minaccia dei pirati di uccidere alcuni membri dell'equipaggio secondo quanto riferiscono fonti ben informate.

Le forze internazionali potrebbero presto venire autorizzate ad attaccare le imbarcazioni dei pirati colpendo anche le loro basi sulla costa somala. La notizia di un inasprimento delle misure, finora molto blande, adottate dalle flotte di Ue e Nato era nell'aria da tempo almeno ma oggi la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha rivelato che poco prima di Natale il comando dell'operazione dell'Unione europea Atalanta è stato incaricato di elaborare un piano per colpire le basi dei pirati somali. Un portavoce del ministero della Difesa tedesco ha confermato che il Comitato politico per la Sicurezza dell'Ue (Psk) il 20 dicembre scorso ha esaminato il tema della «distruzione della logistica dei pirati sulle coste».

Il portavoce ha precisato che «con l'intervento contro la logistica dei pirati a terra si intende distruggere il materiale dislocato sulle spiagge e utilizzato a fini di pirateria». Finora le flotte internazionali si sono limitate al attugliamento e a intervenire in soccorso delle navi mercantili sotto attacco ma solo in rare occasioni hanno impiegato le armi e spesso i criminali catturati sono stati poi rilasciasti sulle coste somale.

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