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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2011 alle ore 08:11.

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Autostrade, pedaggi più cari del 3,1%Autostrade, pedaggi più cari del 3,1%

È oramai un classico di fine anno, e anche tra il 2011 e il 2012 non si è sfuggiti: sono arrivati gli aumenti dei pedaggi autostradali. Come comunica l'Aiscat, l'associazione che riunisce le concessionarie autostradali, la media ponderata sul traffico dei rincari è del 3,1%, ma con differenze marcate tra gestore e gestore.

Sulla rete di Autostrade per l'Italia, gli aumenti saranno del 3,51%, ma il divario tra le diverse concessionarie è notevole: si va dal maxi incremento del 14,17% sulla rete gestita da Raccordo Autostradale della Valle d'Aosta SpA, che comprende il collegamento della rete autostradale italiana da Aosta al Traforo del Monte Bianco, ad alcuni ribassi, come sui tratti dell'A4 tra Venezia e Padova e la tangenziale Ovest di Mestre con il raccordo con l'aeroporto Marco Polo, gestiti dalla Concessioni Autostradali Venete SpA, con i prezzi che sono diminuiti dell'1%.

Nel computo degli aumenti sono presenti diverse voci, come per esempio è possibile notare dal dettaglio fornito da Autostrade per l'Italia, che spiega come l'incremento totale del 3,51% sia il risultato di tre componenti: l'1,47% di adeguamento all'inflazione riscontrata dal primo luglio 2010 al 30 giugno 2011, e 1,99% e 0,05% relativo ad investimenti sulla struttura di rete. Aiscat specifica infatti a proposito che nel corso del 2010, secondo i dati ufficiali elaborati dall'Ispettorato di Vigilanza delle Concessioni Autostradali, nel loro insieme le società concessionarie abbiano realizzato investimenti per oltre due miliardi di euro, in linea con quanto previsto nei piani finanziari, con un incremento, pari a 226,75 milioni, dell'11% rispetto all'anno precedente.

Gli oneri per la manutenzione sostenuti dai concessionari - continua Aiscat - sono invece assommati in totale a 715 milioni di euro, corrispondenti a una spesa unitaria chilometrica pari ad oltre 123mila euro, mentre sono stati avviati 142 nuovi cantieri, per un importo totale di 2,736 miliardi di euro, con il completamento di 94 opere, costate complessivamente 614 milioni di euro. Inoltre, ad oggi sono in corso 204 interventi sulla rete, per un valore complessivo di quasi 9,1 miliardi di euro, mentre l'insieme delle società concessionarie sta lavorando a 74,4 chilometri di nuove autostrade in corso di costruzione e 449 chilometri di nuove realizzazioni.

Da Autostrade per l'Italia arriva qualche chiarimento ulteriore sulla composizione del pedaggio. Ai fini del calcolo della tariffa totale dovuta tra un casello di ingresso e uno di uscita, si moltiplica la tariffa chilometrica per la distanza percorsa, che include anche i tratti di svincolo e i rami di collegamento. A questo importo si deve aggiungere l'Iva e l'arrotondamento che, come specifica Autostrade per l'Italia, «è applicato in maniera automatica senza alcuna discrezionalità da parte della concessionaria». Il gestore spiega quindi che «per effetto di questo meccanismo, l'incremento finale del pedaggio potrebbe essere superiore, inferiore o nullo rispetto all'aumento annuo».

Ma, di fatto, i rincari hanno già generato le prime reazioni politiche. Per il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, gli aumenti di Autostrade per l'Italia «sono inaccettabili. Chiediamo al Governo di intervenire, visto che ha tutti gli strumenti per evitare un'ulteriore stangata agli automobilisti e ai pendolari che non hanno alternative all'utilizzo dell'autoveicolo privato. Se si parla di equità - continua Meta - occorre considerare che a fronte di investimenti da parte delle società concessionarie autostradali sostanzialmente fermi al palo da anni viene chiesto un eccessivo sacrificio agli automobilisti che stanno scontando già i pesantissimi rincari delle polizze assicurative e il prezzo fuori controllo della benzina. Il Governo potrebbe evitare di andare a toccare ancora una volta le tasche dei pendolari applicando la legge dello Stato che prevede di destinare la metà dei proventi delle multe per limiti di velocità alle società proprietarie di strade e autostrade per la manutenzione e adeguamento delle infrastrutture. Si potrebbe dare in questa maniera - conclude Meta - una boccata di ossigeno ai bilanci delle famiglie italiane già colpite da altri rincari e dall'aumento della pressione fiscale».

franco.sarcina@ilsole24ore.com

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