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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2012 alle ore 22:45.

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Mario Monti (Ansa)Mario Monti (Ansa)

Superata la fase emergenziale con l'approvazione della manovra Salva Italia, il governo è pronto ad avviare il confronto con le parti sociali sulla riforma del lavoro: i primi incontri partiranno la prossima settimana, dal 9 gennaio. Mario Monti, terminate le brevi vacanze natalizie, si è subito messo al lavoro sul pacchetto di riforme che danno il via alla seconda fase: il premier oggi è rimasto tutto il giorno a palazzo Chigi per studiare i vari dossier, anche in vista dei prossimi appuntamenti europei.

Come spiegato nella conferenza stampa di fine anno, L'intenzione del presidente del Consiglio è procedere di pari passo con le liberalizzazioni e la riforma del lavoro. E dopo aver sentito ieri i sindacati, Monti oggi ha avviato i primi contatti informali con i leader delle forze politiche che sostengono l'esecutivo. Il governo, viene spiegato, intende procedere, su una materia delicata come quella del lavoro, senza strappi né forzature, ma come già spiegato ai leader di Cgil, Cisl e Uil, i tempi sono stretti. Una urgenza che mette in allarme Pdl e Pd.

Il partito di via dell'Umiltà si dice pronto a fare la sua parte, ma chiede al governo di essere coinvolto, dice no a misure a scatola chiusa. A preoccupare il Pd è la possibilità, paventata dagli stessi sindacati, che si apra un periodo caldo sul piano sociale e per evitare strappi con la Cgil spinge affinché la riforma del lavoro introduca più tutele per i soggetti più deboli. Il terzo Polo non pone paletti e anzi auspica che la concertazione non rallenti le riforme.

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