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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2012 alle ore 06:37.

Garanzie e fiscalità
Altri temi da non sottovalutare prima della scelta sono quelli delle garanzie offerte al risparmiatore (vedi box nella pagina seguente) e della fiscalità. Su quest'ultimo aspetto, in particolare, si concentrano le vere e proprie novità del 2012, che potranno in definitiva far pendere la bilancia verso l'uno o l'altro strumento. Le manovre finanziarie che si sono succedute dalla scorsa estate hanno forse un po' disorientato il risparmiatore, anche perché sono intervenute rivoluzionando due ambiti differenti.
Con l'uniformazione della tassazione delle rendite finanziarie è stato ridotto dal 27% al 20% il prelievo sugli interessi maturati sul conto bancario e aumentato dal 12,5% al 20% quello sui proventi da azioni, bond e pronti contro termine, mentre è stato mantenuto un regime «privilegiato» al 12,5% su titoli di Stato e Buoni postali. La rivoluzione sul bollo a carico degli strumenti finanziari (da imposta fissa a prelievo percentuale, vedi box a fianco) ha invece per il momento risparmiato i depositi (sui quali vige la «vecchia» imposta annua da 34,20 euro) e potrebbe davvero influenzare le scelte, almeno sui portafogli di ammontare più elevato.
I morsi dell'inflazione
Tutti dovranno però inevitabilmente fare i conti con il tasso di inflazione, che in Italia resta ben al di sopra del 3% tendenziale annuo: per gli analisti la fiammata sui prezzi al consumo è destinata a calmarsi dalla prossima primavera per effetto del prevedibile rallentamento economico. Se le tensioni causate soprattutto dall'aumento del costo dei carburanti dovessero però persistere, il risparmiatore rischierebbe di vedere sensibilmente ridotti fino a essere annullati i rendimenti reali di BoT e depositi, e rimarrebbe con in mano il classico pugno di mosche.
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FISCO, CHI PERDE (E CHI VINCE) Rivoluzione fiscale. Nell'ambito dei prodotti e strumenti finanziari, c'è un totale cambio di marcia. E forse in questo settore si verificherà uno dei rari tagli delle tasse: infatti sugli interessi maturati su conti correnti e deposito l'imposta del 27% scenderà a quota 20%. Sette punti percentuali non sono pochi di questi tempi. Per restare alle note liete, ci sono da segnalare i titoli di Stato ed equiparati (Bers, Bei ed altri) la cui tassazione resta inchiodata a quota 12,5%. Effetto negativo invece per altri prodotti finanziari, a cominciare dai bond bancari che vedono salire l'imposta dal 12,5% al 20%. Stesso discorso per i fondi comuni di investimento.
Va in soffitta anche il «vecchio» bollo di imposta di 34,20 euro sul conto titoli: dall'1 gennaio la tassazione diviene proporzionale (0,1% e 0,15% dal 2013) e si applica a tutti gli strumenti finanziari: non solo a quelli inclusi d'obbligo nel deposito (azioni e bond) ma anche a fondi comuni e polizze. Sul conto corrente (e sui conti deposito) resta invece il bollo da 34,20 euro annui salvo il caso in cui la giacenza media annua sia inferiore ai 5mila euro. ECCO I «GARANTI» DI ULTIMA ISTANZA Meglio parcheggiare nei BoT o su un conto corrente? Restando in ambito c/c, la garanzia del Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi) è stata recentemente ridotta da 103mila a 100mila euro e garantisce ogni intestatario su ciascuna banca, a prescindere dal numero di conti complessivi di cui la persona è titolare. Ciò significa che è possibile aprire un numero illimitato di rapporti su banche diverse che saranno tutti garantiti fino al valore di 100mila euro.

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