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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2012 alle ore 14:34.

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È arrivato a Roma da pochi giorni a sostituire il suo predecessore, il senegalese Jacques Diouf, ma il nuovo direttore generale della Fao, l'agronomo brasiliano Josè Graziano Da Silva, ha già le idee chiarissime. «Bisogna dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015, termine di scadenza del mio mandato: non c'è tempo da perdere, servono misure energiche».

L'Africa sarà la priorità del mio mandato
Da Silva ha quindi spiegato che «l'Africa resta la priorità anche nel mio mandato», non prima di aver sottolineato che i criteri di assegnazione degli aiuti saranno informati secondo il principio in base al quale vengono prima i paesi maggiormente in difficoltà: «È necessario - ha ribadito il numero uno della Fao - concentrarsi prioritariamente sulle nazioni che sono in ritardo». L'ex ministro brasiliano ha inoltre messo in rilievo, tra gli obiettivi del suo mandato, il completamento della riforma della Fao, l'incremento dell'efficienza, l'implementazione del processo di decentralizzazione e la concentrazione sui programmi nazionali, e un sensibile taglio dei costi, compresa «la riduzione dei benefici di tutto il top management».

Fame: situazione già drammatica, non mi aspetto un aumento
Da Silva è certo che la crisi economica globale porterà a tagli nelle risorse destinate alla Fao, dato che «il nostro budget è già stato approvato e non prevedo vincoli aggiuntivi». Qualora però la crisi dovesse portare a una riduzione dei fondi per lo sviluppo, «dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte». Inoltre il nuovo direttore generale si è detto «abbastanza convinto che ci sarà per la Fao più lavoro da fare perché ci saranno più disoccupati e conseguentemente più gente che non avrà cibo. Non mi aspetto - ha poi aggiunto da Silva - un aumento drammatico» del numero degli affamati perché il numero, una persona su sei, «1 miliardo di persone, è già drammatico oggi». Allo stesso tempo tuttavia sono attesi «aumenti significativi in Asia e in Africa».

La recessione ha colpito principalmente i paesi industrializzati
Da Silva ha però assicurato che la Fao «conta di essere più vicina a queste zone, con livelli più alti di decentramento e di efficienza». Quanto all'impatto della recessione economia sulle popolazioni colpite da carenze alimentari, il nuovo direttore generale ha detto di attendersi «un minore impatto perché la recessione riguarda principalmente i paesi industrializzati e non quelli in via di sviluppo. Inoltre in questi ultimi i programmi di protezione sono oggi più sviluppati rispetto ad anni fa».

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