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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2012 alle ore 10:15.
L'ultima modifica è del 06 gennaio 2012 alle ore 12:23.

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Come promesso dal ministero dell'Interno nel vertice di ieri pomeriggio, da stamattina ci sono già 130 uomini delle forze dell'ordine in più a presidiare la sicurezza della Capitale, all'indomani dell'omicidio in una via di Torpignattara di Zhou Zeng, commerciante cinese di 31 anni, e di sua figlia Joy, di appena 9 mesi. La caccia agli assassini, che per gli investigatori potrebbero essere non due professionisti, quanto piuttosto dei tossicodipendenti della zona, per ora non ha dato esito positivo. Si battono tutte le piste, i due potrebbero essere fra i clienti del bar "New Cedrick" di cui Zeng era titolare insieme a un'agenzia di money transfer.

Ritrovata la borsa della moglie della vittima, al suo interno 10mila euro
In mattinata è stata ritrovata dai carabinieri, non lontano dal luogo dell'agguato, la borsa sottratta durante la rapina alla moglie della vittima, Zengh Lia, di 27 anni, ora sotto choc e ricoverata nell'ospedale San Giovanni dopo essere stata ferita al braccio dai malviventi con un taglierino. Al suo interno sono stati rivenuti effetti personali e diecimila euro. Il movente principale individuato resta la rapina: gli assassini puntavano all'incasso della serata, e per questo hanno strappato la borsa alla moglie dell'uomo. Tuttavia, gli investigatori non escludono possibili altri motivi, cercando di fugare ogni dubbio sulle effettive motivazioni della donna nel trattenere la borsa o se l'oggetto fosse effettivamente l'obiettivo degli aggressori. I militari stanno anche tentando di localizzare eventuali cellulari contenuti nella borsa e in possesso degli aggressori.

Una sola pallottola ha ucciso la bimba e il padre. Si battono tutte le piste
Dai primi accertamenti è risultato che è stata soltanto una la pallottola mortale per la piccola Joy e suo padre. Il proiettile ha centrato la bambina in fronte ed è poi arrivato al cuore del papà. Una violenza che ha scioccato la città, dove omicidi e sparatorie si iniziano a registrare anche in zone non così periferiche, a partire dal quartiere Prati fino a San Lorenzo, cuore della comunità universitaria. Il sindaco Gianni Alemanno non usa mezzi termini: «Roma e i romani hanno perso la pazienza», aveva detto ieri, «le misure finora adottate sono insufficienti, ne servono di emergenziali». A partire dall'individuazione delle armi illegali in giro per la città: almeno tre ne vengono rubate al giorno, ha detto ieri il delegato alla sicurezza Giorgio Ciardi. «Bisogna che in tutti i quartieri a rischio ci sia un intervento incisivo di carattere preventivo - ha aggiunto Alemanno, tornato oggi a Roma da una vacanza in Argentina - perquisizioni a tappeto, interventi sistematici, in maniera da fare emergere quel tessuto criminale che è cresciuto in questi ultimi mesi, perché non si deve aspettare che siano commessi i reati, ma bisogna intervenire prima».

I provvedimenti d'emergenza. Dodici arresti e sequestri di armi e droga
Intervenire prima significa anche dare il via a perquisizioni per le quali sarà sufficiente la notizia di reato, senza l'autorizzazione della magistratura, in applicazione dell'articolo 41 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Che permette anche di bloccare tutti gli inquilini di un edificio al suo interno fino al termine delle perquisizioni stesse. Il provvedimento è stato richiesto ieri durante il vertice al Viminale dal vicesindaco di Roma, Sveva Belviso. «Lo Stato è presente è lo dimostrerà», ha asserito ieri il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. La prima dimostrazione concreta è stata una serie di arresti in poche ore, dodici per l'esattezza, disposti dal questore Francesco Tagliente, a seguito di alcuni blitz nelle zone di Torpignattara, San Lorenzo e del Pigneto. Sequestrati proiettili, cocaina, ma anche dardi e falcetti di metallo, una piccola ascia. Quattro le persone colpite da misure restrittive e rintracciate tra le oltre 400 persone controllate alle banche dati di polizia durante i posti di controllo.

A Torpignattara una fiaccolata martedì pomeriggio
Intanto, per darsi coraggio e dare un segnale di presenza, il comitato di quartiere di Torpignattara ha organizzato una fiaccolata per martedì 10 alle 17. Ieri in via Giovannoli l'associazione culturale del quartiere, «Zona Rebelde», ha organizzato un presidio contro la violenza: «Questo presidio è per sottolineare al Comune di Roma che non è questo il quartiere che vogliamo - spiega Giulia Loche, una giovane rappresentante di zona Rebelde -. Tor Pignattara è un quartiere abbandonato. Le librerie sono tutte chiuse, mentre aprono solo slot machine e sale giochi». I rinforzi di polizia e carabinieri sono in strada. Tutti hanno perso la pazienza. Roma spaventata aspetta di uscire da quest'incubo.

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