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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2012 alle ore 21:31.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2012 alle ore 20:50.

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Non ci saranno nuove manovre nell'immediato «ma solo altre operazioni di politica economica volte a far crescere l'economia italiana». Il ghiaccio, televisivamente parlando, lo aveva già rotto nel salotto tv di Bruno Vespa, in quello che molti hanno ribattezzato la "terza Camera" del Parlamento.

Così, davanti alle telecamere di "Che tempo che fa", Mario Monti si mostra sciolto e sicuro sulle prossime tappe da centrare alla vigilia del match delicatissimo sulla riforma del mercato del lavoro, che da domani vedrà protagonisti il ministro Elsa Fornero e i sindacati. «L'affronteremo senza nessun dogma né intenzione di dividere i sindacati, ma per cercare una condivisione». Tradotto: non ci saranno preclusioni. «L'articolo 18? Discuteremo di tutto, nessun argomento sia tabù».

Monti: non servono altre manovre, abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici
L'esordio è tutto dedicato alla manovra appena archiviata. Il professore ostenta serenità, si dice certo che ora i conti sono in sicurezza. «Spero che siamo tranquilli. La tranquillità nelle cose - spiega - l'abbiamo raggiunta. L'operazione di consolidamento dei conti che il governo ha proposto, il Parlamento votato e gli italiani responsabilmente accettato, è molto grossa anche in base agli standard europei e mette in sicurezza i conti pubblici, conseguendo l'obiettivo che il Governo precedente aveva accettato cioè il raggiungimento del bilancio in pareggio nel 2013. Quindi non occorrono altre manovre».

Liberalizzazioni? Serve disarmo multilaterale delle corporazioni
Monti, però, è consapevole delle difficoltà della fase due che riempirà l'agenda dell'esecutivo delle prossime settimane e lo dice senza troppi giri di parole. «Credo che un certo disarmo multilaterale di tutte le corporazioni possa consentirci di dare più spazio alla concorrenza ed ai giovani». Sulle liberalizzazioni, poi, chiarisce ancora il premier, «agiremo su molti fronti tenendo presente che, entro l'Eurogruppo del 23 gennaio, l'Ue chiede un primo pacchetto di misure».

Liberalizzare grandi gruppi? Sferzate ci sono state, ma occorre maggiore mercato
Fazio lo incalza, gli chiede se nella fase due sono previsti interventi anche sui grandi gruppi controllati dal Tesoro, da Eni a Finmeccanica. Il premier non si sottrae. «I grandi gruppi non sono stati esenti da sferzate per avere maggiore concorrenza, sia dal Paese che dall'Europa. Io stesso, nel caso dei grandi, dall'Europa, dove sono stato per alcuni anni, ho avuto occasione di dare molte sferzate. Certamente nel campo dell'energia e dei trasporti si è fatto parecchio, ma occorre maggiore gioco di mercato a vantaggio dei consumatori».

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