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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 12:44.

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Il referendum di giugno pesa come un macigno sulle liberalizzazioni dei servizi idrici, ma il governo è intenzionato a intervenire comunque. Non seguendo la linea indicata ieri dal sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, che ha parlato del referendum come di «un mezzo imbroglio», ma rispettando i paletti posti dalla volontà popolare, come chiede il Quirinale.

Difficile tornare a forme di privatizzazione e liberalizzazione forzata dopo che la consultazione ha spazzato via le norme del decreto Fitto-Ronchi ed è andata nella direzione di ridare legittimità all'affidamento in house senza gara. Quello che il governo può fare è rimettere all'in house i paletti Ue: l'azienda deve essere controllata al 100% dall'ente pubblico, deve svolgere attività prevalente per l'ente controllante, deve essere organizzata come braccio dell'amministrazione.

Su questo punto, per altro, le idee dei referendari e quelle dei liberalizzatori in parte coincidono: limitare l'area grigia delle aziende pubbliche che utilizzano l'affidamento senza gara per acquisire fette di mercato fuori del regime di gara e concorrenza. Ora si dovrebbe arrivare a una distinzione netta che già la manovra di Ferragosto reintroduce per gli altri servizi pubblici locali: in house a gestione pubblica per gli enti locali che lo scelgano oppure affidamento della gestione con gara a privati o ancora scelta con gara del socio privato nelle spa miste. Oltre alle modalità di affidamento, il governo chiederà a tutte le aziende adeguati standard di prestazione nella fornitura dei servizi.

C'è poi la regolazione per cui il governo ha già fatto un passo decisivo con la manovra di Natale, cancellando la debole agenzia ministeriale dell'Ambiente e trasferendo i poteri di regolazione all'Autorità per l'energia. Anche in questo caso è importante però la definizione dei poteri che saranno trasferiti. In questo caso sarà un decreto interministeriale Passera-Clini a decidere, per esempio, quali saranno i poteri dell'Autorità in materia tariffaria. Non un'operazione neutra, considerando che molti di quei poteri appartengono alla sfera locale.

I VANTAGGI DEL CONSUMATORE
Gli investimenti
Senza investimenti negli acquedotti e nella depurazione non sarà possibile garantire un servizio idrico di qualità adeguata.
La certezza tariffaria
L'Autorità di regolazione indipendente è un arbitro dotato di adeguata capacità tecnica.

LA DIFESA DELLE CATEGORIE
La difesa dei Comuni
Le regole Ue lasciano libertà di scelta agli enti locali fra le diverse forme di gestione, compresa l'in house in monopolio assoluto.
La posizione dei referendari
Gli investimenti finanziati da soggetti privati creano una crescita eccessiva delle tariffe.

GRADO DI APERTURA
BASSO

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