Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 12:33.

My24

Per l'Antitrust occorre rimuovere le «incrostazioni regolatorie» che ancora affliggono il mondo delle professioni per far tornare in equilibrio «le esigenze di protezione sociale e di tutela dei rilevanti interessi pubblici» con quelle di chi esercita le attività intellettuali protette dalla legge. Dietro questa dichiarazione di principio si articola il disegno del Governo di apertura al mercato delle professioni ordinistiche.

L'agenda dell'esecutivo Monti raccoglie così l'eredità delle manovre estive del governo Berlusconi – che avevano già introdotto le società di persone, di capitali o cooperative tra professionisti - e intende portarle a compimento, agendo su più fronti. Il primo rimane quello delle tariffe minime, già abolite dalla lenzuolata Bersani del 2006 e di cui dovrebbero presto sparire anche gli ultimi resti (i casi in cui il compenso non sia stato pattuito tra professionista ed ente pubblico, o quelli di liquidazione giudiziale della parcella). L'Antitrust smonta qui la difesa "storica" degli Ordini: «Le tariffe minime non sono idonee a garantire la qualità delle prestazioni rese».

Spazio, poi, alla separazione tra funzioni amministrative (in sostanza, la tenuta degli Albi) e quelle disciplinari. Qui il problema, secondo l'Authority, è il doppio ruolo che i professionisti-giudici dei colleghi nei procedimenti deontologici potrebbero giocare in una situazione di mercato concorrenziale: il rischio di uso distorto del potere sanzionatorio esercitato in doppia veste potrebbe provocare uno «svantaggio» competitivo e, in definitiva, origina un conflitto di interessi.

Terzo step di modernizzazione delle professioni, secondo l'agenda del Governo, è la formazione continua e permanente. Già in vigore da tempo, ora si tratterebbe di sottrarre agli Ordini il monopolio sul tema: «È preferibile che i Consigli dell'Ordine si limitino a fissare i requisiti minimi dei corsi, uniformi sul territorio nazionale», ma senza necessità di riconoscimento o autorizzazione dei corsi e dei relativi crediti formativi.

(A.Gal.)

I VANTAGGI DEL CONSUMATORE
Parcelle libere, perciò più basse
La rimozione degli ultimi vincoli sulle tariffe minime (già abolite in gran parte nel 2006) e l'apertura alle società di professionisti garantirebbe una concorrenza reale. Sbloccato anche il mercato della formazione professionale

LA DIFESA DELLE CATEGORIE
A rischio i diritti fondamentali
L'apertura indiscriminata all'accesso e all'esercizio di professioni delicate mette a rischio i diritti fondamentali dei cittadini. Anche il depotenziamento del controllo disciplinare e della formazione continua degli iscritti porta in questa direzione

GRADO DI APERTURA
MEDIO

Torna all'articolo

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi