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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2012 alle ore 17:23.

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Tassisti su fronti diversi sull'assemblea di lunedì a Roma. Prima alcune rappresentanze sindacali dei tasisti hanno rinviato la riunione del "parlamentino" inizialmente previsto per domani. Rinvio motivato dal fatto che ieri è giunta la convocazione a Palazzo Chigi per il tardo pomeriggio di martedì 17 per discutere delle misure sulla liberalizzazione delle licenze. Poi le sigle Unica-Cgil, Ugl Taxi, Fit-Cisl, Unimpresa, Usb Trasporti Taxi, Uti, Si-Tan-Atn e Arat Sicilia, l'hanno confermata: terranno un'assemblea in forma statica dalle 10 alle 14 mirata ad informare i tassisti di tutta Italia dell'incontro già in calendario con l'Esecutivo.

Il fonte pro-rinvio...
«Le sigle del Parlamentino taxi si sono consultate - ha spiegato in una nota Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi - e la maggior parte ha deciso che sarebbe stato inutile mantenere in piedi tale manifestazione e di posticipare l'assemblea a Roma in una data successiva all'incontro col Governo».

«Inoltre - prosegue Bittarelli - lunedì e martedì a Roma è stata disposta la circolazione a targhe alterne e non vorremmo creare ulteriori disagi alla cittadinanza. Se poi il problema dovesse essere quello di alcuni colleghi che hanno già prenotato il viaggio e non possono essere rimborsati per il posticipo della data, proponiamo di creare un fondo comune tra tutti i tassisti per rimborsare le spese che sono state sostenute dai colleghi». Il riferimento è alle sigle che hanno espresso parere contrario allo slittamento dell'asemblea. Inoltre, aggiunge Bittarello, «chiunque volesse continuare ancora a riconoscersi nel parlamentino nazionale taxi, come organo di democrazia interna alla categoria, dovrebbe rispettarne le scelte anche quando si trova in minoranza». In caso contrario «non solo il Parlamentino non sarebbe più uno strumento di confronto democratico interno alla categoria, ma non avrebbe più neanche ragione di esistere».

...e quello contrario
Le sigle che hanno deciso per l'assemblea si troveranno lunedì al Circo Massimo. Le auto bianche fuori dal turno di servizio saranno parcheggiate nei dintorni senza muoversi in corteo. «Non creeremo disagi alla città - spiega il segretario nazionale di Unica-Cgil, Nicola Di Giacobbe - noi domani ci saremo, come era stato stabilito a Bologna, e non faremo come alcune sigle sindacali che senza comunicarcelo stamani hanno revocato l'appuntamento di domani». Il segretario di Ugl, Pietro Marinelli, sottolinea che sarà in piazza «ad avvisare i colleghi che indiremo una nuova manifestazione per il 17, ovvero il giorno in cui i sindacati verranno ricevuti dal Governo».

Avvocati sul piede di guerra
Restano sul piede di guerra anche gli avvocati contro misure che, a loro avviso, mettono in «grave e pericolo» il diritto dei cittadini alla difesa e ne ostacolano l'accesso alla giustizia. E se l'incontro di domani con il ministro Paola Severino, che ha convocato i rappresentanti degli ordini professionali, potrebbe aprire spiragli di discussione e confronto, e correggere un'impostazione giudicata «opaca e autoritaria», un successivo appuntamento, l'assemblea organizzata per mercoledì a Roma dall'Organismo unitario dell'avvocatura, dovrebbe mettere a punto iniziative e manifestazioni, giá in parte annunciate.
Occupazioni simboliche dei palazzi di giustizia, per informare i cittadini, in tutta Italia, di quanto sta accadendo, manifestazioni davanti alle principali sedi delle Istituzioni, Palazzo Chigi, la Camera e il Senato. E non è esclusa l'astensione dalle udienze.

Mentre è già stato annunciato che gli avvocati diserteranno le cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario, che si terranno nei distretti di Corte d'appello il prossimo 28 gennaio. E il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, in cassazione, leggerà un documento che ne spiega le ragioni. In un «Manifesto dell'avvocatura unita», elaborato da un'assemblea delle varie componenti dell'Avvocatura, denuncia i principali limiti dell'iniziativa governativa.

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