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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2012 alle ore 14:22.

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«Ora ci sentiamo meno soli, è il momento di agire. Gli strumenti messi a disposizione dal Parlamento e dal Governo ci consentono di contrastare l'evasione a tutto campo». Sono mesi un po' speciali quelli che ha davanti il Comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo. Sono 46 anni che insegue evasori fiscali.

Ma mai come oggi sente che «la lotta all'evasione, così come quella alla criminalità economica, sia un titolo da acquistare, un bond a rendimento certo ed elevato, anche a lungo termine. Io su questo titolo investirei con la certezza di non sbagliare».

È davvero cambiato il vento?
C'è maggiore fiducia. E la sentiamo intorno a noi. Non è un caso di lotta all'evasione abbiano parlato il Presidente della Repubblica, il premier Mario Monti, il Papa. È chiaro che tutti dobbiamo fare la nostra parte. Noi per primi, perché questa fiducia ce la vogliamo conquistare ogni giorno. Noi non abbiamo gettoni di presenza, la fiducia è il premio ai nostri uomini e alle nostre donne.

Come ha influito la crisi su questo risveglio delle coscienze?
La crisi senza dubbio ha svegliato la sensibilità dell'opinione pubblica. Quando si è chiamati a fare duri sacrifici non si possono più tollerare comportamenti così dannosi per la collettività. L'entità del danno che l'evasione provoca ogni anno equivale a diverse manovre finanziarie. La consapevolezza di queste realtà consegna finalmente l'evasione agli occhi dei cittadini non più come un modello di riferimento, al più un peccato veniale, ma come un peso intollerabile e un pericolo per tutti. Si tratta di un profondo cambiamento culturale, su cui occorre investire con coraggio e determinazione.

Il sostegno dell'opinione pubblica c'è. Ora sentite di avere anche gli strumenti adeguati?
Il Governo e il Parlamento hanno fatto grandi sforzi, affinando gli strumenti giuridici che ora sono tanti e rilevanti. Abbracciano un po' tutti i settori. L'ultimo pacchetto ha completato il quadro, con l'abbassamento a mille euro dei pagamenti in contanti e lo strumento finanziario posto ora al centro dell'attenzione. Sono svolte epocali. L'evasione fiscale è una realtà complessa che va affrontata sul piano sistemico con una azione sinergica, articolata e trasversale. Ma anche prima non eravamo all'anno zero. Lo dimostrano i risultati conseguiti nel 2011.

Può anticiparci alcuni dati?
Nel 2011 abbiamo scoperto ricavi non dichiarati e costi non deducibili per 50,6 miliardi di euro e Iva evasa per 8,2 miliardi. Questi risultati sono il frutto di strategie operative che puntano alla qualità degli interventi nella prospettiva di un concreto recupero delle risorse erariali, mirando gli obiettivi di verifica su contribuenti selezionati attraverso l'azione di intelligence, l'analisi di rischio e il controllo economico del territorio. Credo che la nostra azione, e il coordinamento con l'agenzia delle Entrate, nel segno della concretezza ed efficacia abbiano prodotto effetti anche in termini di incremento della "compliance".

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