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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 13:57.
È passato un anno dallo scoppio della Rivoluzione del 25 gennaio, in Egitto. Una rivolta popolare che, oltre a far cadere il regime di Hosni Mubarak, al potere da 30 anni, ha avuto effetti in tutta la regione.
- 25 gennaio 2011. Migliaia di egiziani scendono in piazza per una protesta nazionale contro il regime di Hosni Mubarak, intonando slogan come «Pane e libertá» e «Il popolo vuole far cadere il regime». La protesta viene dispersa violentemente e molti manifestanti vengono arrestati.
- 27 gennaio. Gli egiziani annunciano una protesta nazionale per il 28 gennaio. Nei giorni che precedono questa manifestazione, sei persone restano uccise in scontri con la polizia e tra gli 850 e i mille vengono arrestati. Le autoritá egiziane bloccano l'accesso a Internet.
- 28 gennaio. Gli egiziani marciano numerosi dopo la preghiera islamica del venerdì in diverse cittá del Paese. In quello che viene battezzato come il «Venerdì della rabbia», il regime taglia tutte le vie di comunicazione e le forze di polizia impediscono ai manifestanti di giungere a piazza Tahrir, nel centro del Cairo. Centinaia di persone vengono uccise e migliaia feriti, ma i manifestanti riescono a raggiungere piazza Tahrir. Mubarak tiene un discorso alla nazione e licenzia il governo del premier Ahmed Nazif. La polizia si ritira e viene schierato l'esercito, mentre i manifestanti iniziano un sit-in.
1 febbraio. Parte la manifestazione del 'milionè, chiamata così per l'alta partecipazione, che chiede le dimissioni di Mubarak. Il presidente tiene il suo secondo discorso alla nazione.
- 2 febbraio. In mattinata riprende la connessione a Internet. I manifestanti pro-Mubarak manifestano a piazza Tahrir cercando di allontanare gli oppositori. Uomini a cavallo e a cammello si scontrano con i manifestanti e l'esercito non interviene. A un certo punto i sostenitori di Mubarak lanciano pietre e molotov e l'esercito si ritira completamente. I manifestanti allestiscono barricate, respingono l'attacco e mantengono il pieno controllo della piazza.
- 6 febbraio. Per la prima in piazza Tahrir si svolge una messa dei cristiani copti.
- 7 febbraio. L'attivista Wael Ghonim, che era scomparso il 27 gennaio, viene rilasciato dopo una campagna condotta per sapere dove fosse. Nello stesso giorno concede un'intervista alla tv Dream 2 in cui chiede alle masse di aderire alla manifestazione del milione prevista per i giorni a seguire.
10 febbraio. In quello che è l'ultimo discorso di Mubarak come presidente, viene annunciato che il Consiglio supremo delle Forze armate rimarrá in seduta pubblica per salvaguardare « le richieste del popolo». Parole che fanno infuriare i manifestanti, che decidono di marciare verso il palazzo presidenziale, determinati a portare milioni di persone in strada il giorno dopo.
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