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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 14:11.

Di Marco Valsania
NEW YORK - Barack Obama ha tenuto a battesimo la sua campagna per la rieleazione alla Casa Bianca pronunciando un Discorso sullo stato dell'unione che ha lanciato una crociata per una maggior giustizia economica e fiscale in America.

L'analisi del confronto con i repubblicani (di Mario Platero)

Mitch Daniels, lo sfidante (di Christian Rocca)

«Possiamo accontentarci di un Paese dove un numero sempre più ristretto di persone prospera sempre più mentre una crescente quantità di americani riesce a malapena a tirare avanti - ha dichiarato Obama davanti alle Camere riunite - Oppure possiamo ridare vita a un'economia dove tutti hanno un'opportunità, dove tutti contribuiscono il giusto, e dove ognuno rispetta le stesse regole».

Al cuore del messaggio di Obama: una riforma della legislazione sulle tasse a favore dei ceti medi. Tra le proposte concrete: un'aliquota minima effettiva del 30% sui redditi superiori al milione di dollari, senza possibilità di deduzioni immobiliari o per i costi sanitari. Un appello all'equità che ha trovato un volto nella segretaria di Warren Buffett, Debbie Bosanek, ospite d'onore della First Lady Michelle Obama: il presidente ha invocato la cosiddetta Buffett rule, la regola chiesta dalo stesso Oracolo di Omaha per evitare che la sua segretaria, appunto, paghi aliquote più alte delle sue.

E che ha trovato particolare eco mentre uno dei principali aspiranti alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, Mitt Romney, è nel mirino per la basse imposte pagate sui redditi da investimento. Obama ha anche respinto le accuse avversarie che le sue politiche rappresentino una "guerra di classe", difendendole invece come idee americane.
Più in generale Obama, tra gli applausi dei democratici e la freddezza dei repubblicani, ha delineato un'economia e un paese "built to last", costruiti per durare con una partnership tra il governo federale e il settore privato. Per il presidente questa economia ha bisogno di almeno quattro pilastri, il rilancio del settore manifatturiero, sopratutto ad alto contenuto tecnologico, e dell'energia, per essere indipendenti da regioni instabili del mondo. Come anche delle qualifiche dei lavoratori e dei grandi valori statunitensi. Un'economia che vede il pubblico al fianco del privato. E in un tributo alle capacità di innovazione del paese e delle sue aziende, altro ospite d'onore della First Lady è stata la vedova di Steve Jobs, Laurene Powell Jobs.

«Non torneremo – ha detto Obama – a un'economia indebolita dall'outsourcing, dall'indebitamento e da finti profitti finanziari». Ancora: «Milioni di americani che lavorano sodo meritano un governo e un sistema finanziario che si comportano allo stesso modo, un'America costruita per durare richiede responsabilità da parte di ognuno». Nel criticare comportamenti e malefatte fnanziarie, non ha mancato di colpire lo stesso Congresso: ha chiesto una misura per combattere l'insider trading dei parlamentari. Obama ha utilizzato toni combattivi: ha detto di essere pronto a lavorare sulle riforme economiche e fiscali con tutti, ma ha aggiunto che combatterà contro l'ostruzionismo, anche facendo ricorso a decreti presidenziali. Nella risposta repubblicana al Discorso, il governatore dell'Indiana Mitch Daniels ha negato che il suo partito si responsabile di ostruzionismo.

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