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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 13:20.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2012 alle ore 08:38.
Roma-Madrid stanno accelerando risanamento fiscale
Il commissario si è poi soffermato su talia e Spagna, dicendo che i due paesi stanno accelerando il percordo di risanamento fiscale. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha aggiunto che su Roma e Madrid sta tornando la fiducia dei mercati e degli operatori economici.
Gurria (Ocse), Monti fa cose giuste
Sulla situazione italiana è intervenuto anche il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, affermando che «l'Italia ha un presidente del Consiglio che è una persona seria e competente e sta facendo le cose giuste». Gurria ha anche annunciato che incontrerà Monti il 6 febbraio «per esaminare la questione degli obiettivi di sostenibilità nel medio e lungo termine». L'Italia, in particolare, ha evidenziato Gurria a margine del meeting del Wef, sta facendo «bene sull'aggiustamento a breve termine, ma sta anche esaminando a fondo la questione sul medio e lungo termine. Non si tratta solo di stringere la cinghia - ha aggiunto - e di risanare, ma anche di guardare al medio e lungo termine e non perdere la credibilità del processo di risanamento».
Junker: gli Stati creditori rinuncino a una parte del debito
ll presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, si è invece soffermato sulla crisi greca affermando che gli Stati creditori di Atene dovrebbero «rinunciare a una parte del debito», così come le banche private. In un'intervista al quotidiano austriaco Standard, Juncker stima che dopo un eventuale accordo (per cui è in corso ad Atene un negoziato con l'IIf per una svalutazione di circa il 50% del debito greco) gli Stati «dovranno porsi la questione se non sia necessario un aiuto pubblico». Questo perché, a suo giudizio, l'obiettivo di ridurre il deficit pubblico greco al 120% del Pil, livello giudicato sostenibile dall'Fmi (e conditio sine qua non affinché questo sblocchi i fondi necessari ad aiutare la Grecia) non sarà «totalmente raggiunto» con la sola svalutazione del debito in mano alle banche private. Sulla questione greca è intervenuta anche Christine Lagarde: secondo il direttore generale del Fondo bisogna evitare che la crisi in Grecia crei una «enorme volatilità» sui mercati.
Geithner, possibile sì Usa a rafforzamento risorse Fmi
Sempre da Davos, il segretario del Tesoro statunitense, Timothy Geithner, ha affermato che l'amministrazione Obama potrebbe sostenere un eventuale aumento nelle risorse del Fondo monetario internazionale per combattere la crisi dell'euro ma soltanto, ha sottolineato nel corso di un'intervista al 'World Economic Forum', se prima l'Europa metterà a disposizione maggiori finanziamenti da parte sua. In particolare, ha aggiunto, gli Stati Uniti «non possono essere un sostituito» del mancato impegno del Vecchio continente. I Paesi membri dell'Eurozona, ha affermato ancora Geithner, «hanno realizzato molti progressi nel corso degli ultimi due mesi» con il varo di programmi che contengono riforme strutturali. «E la Bce - ha aggiunto riferendosi all'enorme liquidità che ha iniettato sui mercati in dicembre - sta facendo quello che le banche centrali devono fare»
I 10 comandamenti di Ue e Fmi
Intanto gli organi di informazione greci hanno esposto in dettaglio l'elenco delle misure aggiuntive di rigore e di deregulation richieste da Ue e Fmi ad Atene per portarne avanti il salvataggio. Misure che sostanzialmente prevedono nuovi tagli alla spesa pubblica e maggior "flessibilità" salariale. Contenute in un documento di dieci pagine, queste "azioni preventive" allo sblocco del finanziamento da 130 miliardi di euro disposto dalla zona euro a fine ottobre sono state illustrate ieri sera dal primo ministro, Lucas Papademos, durante una riunione ministeriale, ma non sono state rivelate ufficialmente. Questi "dieci comandementi", come li hanno ribattezzati molti mass media, che rischiano di scatenare una forte resistenza sociale e politica alla loro adozione, riguardano in particolare tagli nelle pensioni complementari, un aumento delle imposte immobiliari, l'adozione di misure di deregulation per il mercato del lavoro che potrebbero risultare in riduzioni dei salari nel settore privato, e soppressioni di enti e posti di lavoro pubblici.
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