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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2012 alle ore 14:57.

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CHICAGO - "The Beast", la "bestia". Quando la vedi per la prima volta è nervosa, organica, spaventevole. La "Bestia" è l'arma segreta da un miliardo di dollari con cui Barack Obama cercherà di constrastare, confondere e poi sbaragliare l'avversario repubblicano che lo sfiderà per la Casa Bianca 2012. Mentre i quattro repubblicani si stanno dilaniando in Florida, poi, fra una settimana in Nevada, poi in Missouri - sforzi dispersi in conflitti locali - Obama è già avanti, è alla campagna nazionale. «Stiamo costruendo la bestia perfetta - dice Jim Messina, il capo della campagna Barack Obama 2012 - i nostri sforzi tecnologici e quelli sul campo faranno sembrare preistorica la campagna del 2008».

Incontriamo Messina sul ponte di comando della "War Room", la sala da guerra al sesto piano di One Prudential Plaza a Chicago. La sua "bestia" ha tre anime, una politica, una digitale e una operativa. Una struttura che diventerà oggetto di manuali elettorali. Potrà essere replicata in scala. E diventare un punto di riferimento per chi in Italia pensa già alle prossime sfide elettorali. Il manuale con gli ordini di scuderia è chiaro: disciplina militare, controlli incrociati, peso schiacciante di internet. Nel 2008 Twitter non esisteva. Facebook non aveva le dimensioni di oggi. Michelle ha appena inaugurato un indirizzo Twitter, l'obiettivo è trasformare Obama nel primo candidato "digitale" della storia elettorale americana.

In quattro anni, racconta Messina, c'è stata una nuova rivoluzione e fra meno di un mese la campagna lancerà un nuovo sistema digitale gestibile su ogni gadget con un accesso su internet. "MyObama.com" sarà ritirato. Al suo posto ci sarà una piattaforma integrata che chiameremo il "cervello" della bestia. Qui nella War Room ci sono già 300 persone al lavoro. Di queste quasi la metà sono assegnate alla divisione digitale, a sua volta divisa in quattro gruppi: il gruppo creativo, che identifica messaggi, studia trend, immagina poster; il gruppo video, che segue quanti più fotogrammi possibili degli avversari, del presidente, per tradurli in pillole da distribuire in campagna su youtube o su messaggini; il gruppo per la pubblicità digitale; il gruppo tecnico che traduce in programmazione software gli input degli altri gruppi. C'è poi la parte politica, il cuore della bestia, che "sente" i movimenti dell'elettorato, studia i sondaggi, sceglie gli stati dove ci sono possibilità di vittoria, organizza i fund raising. Il punto di riferimento è Messina. Di fianco al suo ufficio c'è il gruppo Media, con 25 persone, monitor televisivi costantemente accesi. Ben Finkenbinder era sempre con noi nei viaggi della Casa Bianca, oggi è il capo della regione del Midwest. Coordina gli uffici stampa locali di una dozzina di stati. C'è anche Kati Hogan, anche lei in arrivo dalla Casa Bianca, numero due della struttura stampa, c'è Peter Newell, al fianco di Messina. Sono i giovani che nel 2008 portavano i bagagli, aiutavano la stampa, viaggiavano sugli autobus. Oggi sono ai vertici della campagna, età media forse 30 anni, forse meno.

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