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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 15:19.

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Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha ribadito che gli Stati Uniti restano favorevoli a un voto sabato su una risoluzione di condanna della repressione in Siria da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. La risoluzione è sostenuta da 17 paesi. Fra questi vi sono otto dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza: Marocco, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Portogallo, Togo e Colombia. A loro si aggiungono Libia, Bahrain, Giordania, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman e Turchia.

Per venire incontro alle richieste della Russia, che ha diritto di veto al Consiglio Onu, l'ultima bozza presentata non contiene più l'esplicita richiesta di dimissioni del presidente siriano Bashar Assad nè affronta il tema della vendita di armi a Damasco. Il nuovo testo esprime «pieno sostegno» alle iniziative della Lega Araba, che chiedono l'avvio di una transizione politica a Damasco. E condanna «le continue e diffuse violazioni dei diritti umani e delle libertá fondamentali da parte delle autoritá siriane».

Proteste contro Bashar al-Assad
Fuori dalla sede dell'Onu si sono rintanto adunate centinaia di manifestanti per protestare contro il presidente siriano Bashar al-Assad, di cui chiedono l'uscita dal potere. Dal Cairo a Kuwait City fino a Londra, sono numerose le manifestazioni di protesta degli oppositori siriani che si sono tenute oggi contro le ambasciate di Damasco nel mondo. Manifestazioni che sono diventate violente dopo la diffusione della notizia del massacro avvenuto nella notte a Homs.

Veto di Russia e Cina alla risoluzione dell'Onu
Russia e Come previsto Russia e Cina hanno posto il veto al Consiglio din Sicurezza delle Nazioni Unite sulla bozza di risoluzione che prevedeva la condanna dei massacri in Siria e chiedeva al presidente Bashar el Assad di cedere il potere. A favore della risoluzione hanno votato 13 su 15 Paesi dell'organo esecutivo del Palazzo di Vetro, ma l'opposizione del veto da parte di Mosca e Pechino ha bloccato tutto. Russia e Cina avevano già posto il veto - un evento piuttosto raro negli ultimi anni - contro una precedente risoluzione sulla Siria lo scorso 5 ottobre. Il documento proposto dai Paesi europei riprendeva il testo della Lega Araba che prevedeva il passaggio di consegne da Assad ad un suo vice, la formazione di un governo di unità nazionale, elezioni anticipate per consentire la trasizione democratica.

Ban Ki- Moon, il veto indebolisce l'Onu
Il veto opposto da Russia e Cina «mina il ruolo delle Nazioni Unite e della comunità internazionale in questo periodo in cui le autorità» di Damasco «debbono udire una voce unita chiedere l'immediata cessazione delle sue violenze contro il popolo siriano». Lo ha dichiarato Martin Nesirky, uno dei portavoce del segretario generale, Ban ki-moon, che ha espresso il suo «profondo rammarico» per l'esito del voto.

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