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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2012 alle ore 05:30.

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Lucas Papademos,(Ap)Lucas Papademos,(Ap)

Si stringe il cerchio attorno al Governo di Atene alle prese con il nuovo piano di tagli e con la trattativa con i debitori privati per la ristrutturazione del debito. Il premier Papademos sta trattando con i partiti che lo sostengono in Parlamento per fargli accettare le misure draconiane imposte dalla troika Ue-Bce-Fmi per ottenere gli aiuti.

Fino alla tarda serata di ieri, nonostante l'ottimismo mostrato dal primo ministro, l'accordo risultava ancora lontano. Una prima concessione sarebbe arrivata sullo spinoso tema del pubblico impiego. Secondo l'Associated Press, la coalizione di governo greca avrebbe accettato di ridurre la forza lavoro del settore pubblico di 15mila unità nel corso del 2012, come richiesto dai creditori internazionali.

Intanto però la pressione internazionale resta ai massimi. «Sono andati oltre la data limite che la Ue le aveva dato» comunicano da Bruxelles. Una bancarotta della Grecia non é un'opzione accettabile ha detto nel corso di un'intervista con la tv tedesca Zdf la cancelliera tedesca Angela Merkel che oggi ha incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy. «Ci rifiutiamo di ammettere la bancarotta della Grecia - ha detto - non la possiamo accettare». Al tempo stesso, la Merkel ha spiegato che un secondo piano di salvataggio verrà messo in campo solo «se sarà assicurata la sostenibilità delle finanze greche».

I creditori internazionali, guidati dalla Troika Ue-Bce e Fmi, stanno esercitando pressione sul paese perché accetti nuove misure di austerità in cambio di un programma di aiuti da 130 miliardi di euro. Senza questo nuovo aiuto, la Grecia rischia il default in marzo, quando verranno a scadenza bond per 14,4 miliardi. La Grecia sta negoziando da diverse settimane anche la ristrutturazione del debito con le banche e mira a ricevere una riduzione dell'esposizione di circa 100 miliardi di euro.

L'ultima idea proposta da Parigi e Berlino prevede la creazione di un conto speciale dove vincolare una parte dei fondi provenienti dai prestiti Ue-Fmi per essere sicuri che servano al rimborso del debito pubblico. «Ciò garantirebbe che i debiti dei nostri amici greci siano vincolati» ha indicato Sarkozy.

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