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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 19:52.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2012 alle ore 17:44.

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Da un lato, i toni serafici del premier, Mario Monti, che da New York allontana le paure dopo la pioggia di emendamenti al decreto sulle liberalizzazioni e si appresta a convocare i leader delle forze politiche che appoggiano il Governo all'inizio della prossima settimana, forse già lunedì. Dall'altro, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che richiama i partiti al senso di responsabilità in un momento in cui Europa e Usa tornano a guardare con fiducia il nostro Paese. Così il combinato disposto dei due messaggi plana su un Parlamento impegnato dalla prossima settimana a trovare la quadra sul Dl.

Casini: pronti a ritirare emendamenti. Bersani: Pd in prima linea
I centristi sembrano i più convinti nel voler spianare la strada al presidente del Consiglio. «L'Udc - spiega il numero uno Pieferdinando Casini ai microfoni di Sky Tg24 - è pronta a ritirare anche tutti i propri emendamenti. I partiti non devono essere i taxi con cui le corporazioni frenano il processo di liberalizzazione: le liberalizzazioni devono essere più incisive e non essere attenuate in Parlamento». Mentre Pierluigi Bersani, segretario del Pd, ricorda che sulle liberalizzazioni si apre «una settimana decisiva» e che il Pd «sarà in prima linea» per portare a casa «dopo anni di stallo» delle vere e proprie aperture di mercato.

Gasparri: l'obiettivo del Pdl è rafforzare il decreto
Una strada condivisa anche dalle altre due forze che sostengono l'esecutivo. «L'obiettivo del Pdl è rafforzare il decreto sulle liberalizzazioni proponendo scelte più coraggiose nei settori fondamentali dell'economia. Dopo il vaglio dell'ammissibilità e la verifica sugli emendamenti analoghi presentati da diversi parlamentari sulla stessa questione il numero calerà -, avverte il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri -. In ogni caso il Pdl concentrerà la propria azione su un numero limitato di questioni sulle quali ci sarà modo di avviare un proficuo confronto in Parlamento e le indispensabili correzioni tese a migliorare un decreto che è formato, è bene ricordarlo, di ben 98 articoli che toccano qualsiasi settore o materia».

I relatori già al lavoro su mini-pacchetto di correttivi
E, in effetti i due relatori del provvedimento, la pidiellina Simona Vicari e il democratico Filippo Bubbico, sono già al lavoro su pacchetto molto contenuto di correttivi che riguarderanno alcune proposte condivise, a cominciare da banche, assicurazioni e scorporo di Snam Rete Gas da Eni. «Cercheremo di consegnare all'aula un buon testo, sperando che l'esecutivo accolga le nostre proposte ma senza azioni di forza», sottolinea la relatrice. Che auspica poi la possibilità di un confronto a livello parlamentare. «La fiducia? Sarebbe un segnale di chiusura».

L'opzione fiducia sul tavolo. Ma il premier vuole prima sondare i leader politici
In verità l'opzione è sul tavolo dell'Esecutivo anche se l'intenzione del Governo è quella di non soffocare l'iniziativa dei partiti. Ecco perché non è da escludere che il presidente del Consiglio, di ritorno dagli States, possa decidere di consultare i leader di Pdl, Pd e Terzo polo - metodo già sperimentato in passato anche sul decreto salva-Italia - per capire su quali punti far convergere le modifiche ritenute irrinunciabili da parte dei partiti. Il premier non vuole naturalmente stravolgere il testo licenziato da Palazzo Chigi, ma è consapevole che sulle liberalizzazioni dovrà sondare i desiderata delle forze politiche.

Finocchiaro: il Governo recepisca alcune nostre proposte
Un passaggio giudicato necessario dai diretti interessati. Tanto che la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, rassicura sulla mole di emendamenti («quelli presentati a nome del gruppo sono circa un centinaio»), ma lancia un messaggio chiaro al premier. «Ci auguriamo che il Governo possa recepire alcune nostre proposte che noi riteniamo utili al Paese. Il Parlamento può migliorare questo decreto. Per questo il Pd in Senato cercherà una interlocuzione positiva con il Governo a cui non verrà meno il nostro sostegno per un provvedimento importante».

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