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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 12:06.

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Monti: determinato a proseguire sulle riforme. Nella foto il presidente del Consiglio, Mario Monti, stringe la mano al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon (Reuters)Monti: determinato a proseguire sulle riforme. Nella foto il presidente del Consiglio, Mario Monti, stringe la mano al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon (Reuters)

A poco sembrano essere valsi i richami lanciati dagli Usa dal premier Mario Monti che aveva auspicato «modifiche minime» al decreto liberalizzazioni. Ma i partiti non hanno raccolto l'appello depositato ben 2400 proposte di modifica al Dl. Poco male perché il professore, incassato l'elogio di Obama e la fiducia degli investitori, non sembra intimorito percorso parlamentare del "cresci-Italia". «Non sono affatto preoccupato», spiega Monti a margine della sua visita statunitense. E anzi il presidente del Consiglio è pronto a proseguire sulla strada del risanamento dei conti e della crescita. «Torno in Italia più determinato che mai a proseguire l'azione sulle riforme economiche».

Monti: per convincere i mercati ci vuole più tempo
Messi in sicurezza i saldi e ribadito l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, Monti archivia la sua trasferta negli States e si dice convinto che presto anche i mercati torneranno a guardare con fiducia al nostro Paese. Per convincere loro, ammette il professore, «ci vuole più tempio perché i mercati parlano con acquisti o vendite e non tanto con le parole». Eppure le due ore trascorse ieri a Wall Street sembrano aver offerto a Monti più di qualche motivo per sperare in un cambio di atteggiamento degli investitori.

Il premier: partiti non avranno interesse a cancellare le riforme
Ma la strada, il premier ne è consapevole, è ancora molto lunga. E il Governo dovrà provare a chiudere il cerchio nelle prossime settimane trovando la quadra, oltre che sulle liberalizzazioni - e i partiti della maggioranza promettono di arrivare a pochi correttivi comuni - anche sulla riforma del mercato del lavoro dove si gioca buona parte della credibilità dell'esecutivo. Quanto al futuro Monti si dice certo che i partiti, anche quando torneranno al Governo, non cancelleranno le riforme attuate dal suo esecutivo. «La ragione perché di queste riforme si è parlato molto, senza che fossero introdotte, era il costo politico. Ma il costo politico per un Governo non politico è irrilevante e quando i partiti torneranno a formare un Governo non avranno interesse a tornare indietro».

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