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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2012 alle ore 17:04.
L'ultima modifica è del 13 febbraio 2012 alle ore 13:43.

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Condanna giusta e inevitabile.«La condanna dell'Eternit é giusta ed era inevitabile. Il problema vero oggi in Italia é che, nonostante l'impegno del Ministero dell'ambiente in questo campo e le ingenti risorse impiegate (circa 50 milioni di euro solo nelle aree industriali più inquinate, i cosiddetti Sin, Siti di interesse nazionale), non abbiamo ancora una mappatura completa dei siti che devono essere risanati per l'inquinamento da amianto». Così il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, dopo la sentenza Eternit. «Speriamo - ha aggiunto - che la sentenza su Casale Monferrato faccia da battistrada e da stimolo per consentire una piena e completa conoscenza del problema a livello nazionale e per avviare un serio, organico programma di bonifiche».

Il sindaco di Casale Monferrato: è un punto di partenza. «Esprimo a nome di tutta l'Amministrazione e del Consiglio comunale di Casale Monferrato – ha dichiarato il Sindaco, Giorgio Demezzi – la soddisfazione per questa sentenza. Il verdetto di condanna emesso dal Tribunale di Torino rappresenta una risposta esemplare al problema della tossicità dell'amianto e inchioda alle proprie responsabilità chi ha gestito per anni questo problema con leggerezza, senza voler ascoltare il mondo scientifico che affermava la cancerogenicità e la pericolosità dell'amianto per gli esseri umani. Questa sentenza rappresenta un risarcimento verso coloro che hanno perso la vita a causa delle malattie indotte dall'amianto e vuole e deve essere d'esempio in quelle realtà dove l'amianto viene ancora lavorato per fare profitti sulla salute dei lavoratori».

Il sindaco di Casale Monferrato ha poi aggiunto: «La sentenza rappresenta per Casale Monferrato, per i suoi cittadini, per gli altri Comuni del territorio coinvolti e per quelli nelle altri parti d'Italia dove esistevano stabilimenti dell'Eternit, un momento decisivo per uscire da questo dramma che ci ha colpito tutti. Rappresenta però, a mio avviso, non un punto di arrivo ma un punto di partenza per eliminare completamente l'amianto dalla nostra città, per far sì che i nostri figli possano vivere senza il timore di ammalarsi e per rilanciare Casale Monferrato al di là del problema dell'Eternit. Perché Casale ha altre qualità e bellezze che devono essere valorizzate per attrarre investimenti e turismo».

I risarcimenti: 80 milioni
La lettura di quanto predisposto dal tribunale come risarcimento provvisionale per le parti civili che si sono costituite nel dibattimento è durata circa 3 ore. Ammonta a circa 80 milioni il totale degli indennizzi alle parti civili del processo Eternit. La somma più alta è stata riconosciuta al comune di Casale Monferrato, 25 milioni, a Regione Piemonte, 20 milioni, all'Inail, 15 milioni di euro. Da 60 a 30mila euro ai parenti delle vittime, 35mila agli ammalati di patologie connesse all'amianto, 100mila euro a sindacati e associazioni.

L'elenco delle seimila parti civili
Un lunghissimo elenco di circa 6.400 parti civili viene letto dal Presidente del Tribunale di Torino, Giuseppe Casalbore, nell'aula nella quale è stata emessa la sentenza del processo Eternit. La lettura ha impegnato Casalbore per oltre due ore; il pubblico ha ascoltato in silenzio in piedi: ciascun nome è associato a una persona deceduta o ammalata a causa dell'amianto.

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