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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 20:30.

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Il processo Ruby, nel quale l'ex premier Silvio Berlusconi è sotto processo a Milano per prostituzione minorile e concussione, andrà avanti. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che ha respinto (presidente Alfonso Quaranta, giudice relatore Giuseppe Tesauro) il ricorso della Camera dei deputati contro Procura e Tribunale di Milano, ricorso cui si era associato il Senato, per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato.

«In relazione al conflitto sollevato dalla Camera dei Deputati nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e del Giudice per le indagini preliminari presso lo stesso Tribunale, la Corte ha respinto il ricorso», si legge nella nota della Consulta, che ha respinto anche il ricorso del Senato per un analogo conflitto sollevato in relazione alle vicende giudiziarie dell'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. «In relazione al conflitto sollevato dal Senato della Repubblica nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e del Giudice per l'udienza preliminare dello stesso Tribunale, la Corte - si legge ancora nella nota - ha respinto il ricorso». Per le motivazioni sul provvedimento dervirà al massimo un mese.

«La sentenza della consulta conferma che il rapporto fra potere legislativo e ordine giudiziario costituisce in italia un problema che, se non affrontato alla radice, svuota di fatto la democrazia di ogni reale potere derivante dalla volontà popolare», ha commentato a caldo il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. Replica della capogruppo democratica nella giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio, Marilena Samperi: «La bocciatura del ricorso della Camera conferma quanto abbiamo sostenuto e cioé che Berlusconi ha usato il parlamento e piegato le istituzioni per i propri interessi privati trattandoli come appendici del suo collegio difensivo. La decisione della Consulta era attesa».

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