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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2012 alle ore 16:30.

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L'occupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni continua a calare, «nella media dei primi tre trimestri del 2011 ha subito una flessione del 2,5% (circa 80 mila unità)». È quanto ha affermato il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un'audizione alla commissione Bilancio della Camera dei deputati. Il tasso di disoccupazione dei giovani in questa fascia d'età è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Se si considerala fascia di età 15-24, come proposto dall'Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la più alta dopo la spagna.

Giovannini ha poi affermato che In Italia lavora meno di una donna su due e solo il 30% al Sud, nonostante dal 1995 al 2008 si sia assistito a un aumento quasi ininterrotto dell'occupazione femminile. Ha aggiunto, «le donne continuano a essere occupate in lavori precari più frequentemente degli uomini e permangono in condizioni di precarietà più a lungo nel tempo». «La distanza dell'Italia dai principali paesi europei nei tassi di occupazione, nonostante i progressi compiuti - ha sottolineato - resta estremamente elevata: circa 16 punti in meno rispetto a Francia e Spagna. Specularmente il tasso di inattività delle donne italiane rimane tra i più alti in ambito europeo, determinando un'incidenza relativamente modesta della disoccupazione femminile e pari a 9,6%, un punto al di sopra della media nazionale, anche se con una punta del 15,4% nel Mezzogiorno».

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