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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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ROMA
«Farò tutto il possibile per arrivare a un accordo con la Grecia lunedì». La promessa di Angela Merkel viene ascoltata in diretta in una gracchiante conference call tra Berlino, Roma e Atene. Un respiro di sollievo per il primo ministro greco Lucas Papademos ma anche, a Palazzo Chigi, per Mario Monti che, nonostante le durissime parole pronunciate sui politici greci mercoledì a Strasburgo, vuole continuare a porsi come punto di mediazione tra gli eccessi del rigore tedesco e l'indisciplina mediterranea.
La conference call con la Grecia era già stata concordata al termine della visita del Cancelliere Merkel a Roma. Visita poi annullata all'ultimo momento ieri mattina per le dimissioni del presidente tedesco Christian Wulff che hanno rivoluzionato l'agenda di Roma e Berlino con un'unica residua certezza: trovare una convergenza prima di lunedì sulla Grecia.
Certo la Merkel, che nel 2010 era stata la grande sponsor di Wulff, ha subito ieri un duro colpo nella sua leadership interna, ma perfino in Grecia c'era chi si rammaricava del fatto che un Cancelliere "dimezzato" avrebbe avuto meno potere in patria per contrastare i "falchi" guidati dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble che senza mezzi termini parlano per la Grecia di "rischio default".
E, invece, soprattutto il colloquio a due fra Monti e il Cancelliere tedesco che ha seguito la conference call, lascia ben sperare. «Abbiamo rilevato un atteggiamento più morbido e disponibile» da parte tedesca, dicono a Palazzo Chigi. L'atteggiamento della Merkel sarebbe stato infatti «molto propositivo». Ottimismo confermato anche nella nota ufficiale diffusa da Palazzo Chigi dopo la conferenza telefonica: «Al termine del colloquio, dettagliato e condotto con spirito costruttivo, i tre partecipanti si sono dichiarati fiduciosi che lunedì all'Eurogruppo potrà essere raggiunto l'accordo sulla Grecia».
La convinzione a Palazzo Chigi è, dunque, che la Germania non lascerà fallire la Grecia e che stia allentando la politica rigorista per una posizione votata di più alla crescita. Ora, però, toccherà alla Merkel convincere chi a Berlino vuole ancora il "default" di Atene.
Non sono tuttavia cadute nel vuoto le parole usate ieri da Wolfgang Schaeuble, che in un dibattito a Stoccarda ha indicato il Professore «come un esempio» per superare la crisi. Ottimismo che si respirava ieri anche a Bruxelles per le rassicurazioni che sta dando Atene alle richieste dell'Unione. In vista dell'Eurogruppo di lunedì prossimo è, dunque, Mario Monti ad aspettarsi che Angela Merkel faccia i «compiti a casa» perché stata il Cancelliere a promettere di contrastare le resistenze di quanti, in Germania, si oppongono ad un'intesa sul salvataggio della Grecia, a cominciare da Schaeuble.

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