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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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Al momento, il governo italiano è soddisfatto dall'esito del colloquio a tre. L'intesa non era affatto scontata stando a quanto è stato finora pubblicato sulla stampa tedesca in riferimento alla situazione greca. Ma chiudere in un angolo Atene adesso non rafforzerebbe certo l'Europa e tantomeno l'Euro. Ed è proprio quello che il professore ha detto al telefono alla Merkel, ottenendo una risposta rassicurante. Ossia, quel: «Farò tutto ciò che posso per un'intesa lunedì» che suona come un impegno a convincere il suo ministro delle Finanze.
Se Papademos ora può respirare anche Monti ha maggiore potere contrattuale per chiedere alla Germania al Consiglio europeo di marzo dopo il varo del fiscal compact l'esame approfondito di tutti quei dossier della crescita, del mercato interno e dell'occupazione che gli sono particolarmente cari.
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Percorso a ostacoli verso il salvataggio della Grecia
1
L'Italia: fare presto con la Grecia
Sono «fiducioso» che lunedì durante l'Eurogruppo, «potrà essere raggiunto l'accordo». È quanto ha fatto sapere ieri Palazzo Chigi dopo la telefonata a tre tra il premier italiano Mario Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il primo ministro di Atene, Lucas Papademos. Roma è pronta a giocare le proprie carte per convincere la Germania, dubbiosa sulla necessità di far pagare ai contribuenti tedeschi il costo del salvataggio della Grecia. Prima si chiude, meglio è per tutti, sembra essere la parola d'ordine che rimbalza tra i corridoi di Palazzo Chigi
2
La "colomba" Merkel
Sebbene sulla questione del salvataggio della Grecia la Germania cerchi di sminuire le diversità di vedute all'interno del proprio governo, negli ultimi giorni la cancelliera Angela Merkel avrebbe assunto il ruolo di "colomba" tra gli esponenti del proprio esecutivo, rispetto a quanti sarebbero orientati a far fallire Atene. Il quotidiano tedesco Die Welt ha sostenuto che da una parte ci sarebbe chi è disposto a spingere la Grecia fuori dall'euro se necessario, a causa della sua rinomata inaffidabilità, mentre Angela Merkel si sarebbe allineata con altri Paesi dell'area euro, Francia in testa
3
Il "falco" Schaeuble
Il ministro delle finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, si sta dimostrando a Berlino il "falco" nei confronti del caso Grecia. Schaeuble ha già detto che l'area euro è in grado di assorbire un'uscita di Atene. Il ministro, che fino a qualche mese fa bacchettava il nostro Paese, ha iniziato a cambiare atteggiamento e ha suggerito ad Atene il cammino intrapreso dall'Italia: potrebbe essere una soluzione per uscire dalla crisi. «Si dovrebbe davvero pensare di fare come l'Italia», ha aggiunto Schaeuble: «chi vede quali progressi sta facendo l'Italia sotto il governo Monti dovrebbe rifletterci»
4
L'incognita del caso Wulff
Il più giovane presidente della Germania, Christian Wulff, ha dovuto gettare la spugna e, dopo settimane in cui era nell'occhio del ciclone a causa di presunti favori illeciti ricevuti quando era governatore del Land della Bassa Sassonia, ha rassegnato le dimissioni. La vicenda Wulff, appoggiato da Angela Merkel, rischia di indebolire proprio la cancelliera. Gli impatti della vicenda non sono di secondaria importanza per il salvataggio della Grecia: una Merkel troppo debole rischia di non avere la forza necessaria per convincere i falchi che non vogliono sborsare altri euro per proteggere i paesi a rischio
5
L'ostilità dei paesi a "tripla A"
Oltre alla Germania, gli altri paesi che reputano di avere molto da perdere se Atene non rispettasse gli impegni presi sono Olanda e Finlandia. Tutti paesi da "tripla A", cioè con i conti in regola. Il premier finlandese Jyrki Katainen ha preteso da Atene garanzie in cambio di nuovi aiuti. Un'intesa tra i due Paesi potrebbe essere raggiunta nei prossimi giorni dopo un lungo negoziato. Invece, il commissario Neelie Kroes e il premier olandese Mark Rutte hanno lasciato intendere che l'abbandono dell'Eurozona da parte della Grecia sarebbe un evento gestibile
6
Le aperture della Bce
Un segnale importante in direzione del salvataggio della Grecia arriva dalla Banca centrale europea che sembra aprire ad una ristrutturazione del debito ellenico. Ieri ha lanciato un messaggio con un'operazione di scambio di titoli di Stato greci in suo possesso con nuovi bond (operazione che però ha registrato il voto contrario della tedesca Bundesbank). Segnale chiaro, secondo gli operatori, che l'intesa per il salvataggio di Atene è alle porte visto che questa mossa evita che l'Eurotower accetti un "haircut" sui titoli in portafoglio in vista anche dell'accordo tra Atene e i creditori privati

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