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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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Intanto, però, si apre la questione della successione. A differenza di due anni fa, la coalizione di governo - composta dai democristiani della Cdu/Csu e dai liberaldemocratici della Fdp - non ha più la maggioranza fra i 1.244 membri dell'assemblea federale che elegge il presidente (e deve farlo entro un mese). Quest'organo è composto dai membri dei due rami del Parlamento e dai rappresentanti dei Laender, dove la coalizione di Governo ha subito negli ultimi due anni una serie di pesanti sconfitte. Per questo, l'apertura apparente della signora Merkel all'opposizione nella dichiarazione di ieri è in realtà un passo obbligato.
Il Cancelliere, che già a partire da oggi incontrerà i leader dei partiti, potrebbe aggirare il problema proponendo il candidato che nel 2010 fu scelto dall'opposizione dei socialdemocratici e dei verdi, il pastore evangelico ed ex oppositore del regime comunista in Germania Est, Joachim Gauck, che anche allora era assai più popolare nel Paese rispetto a Wulff. Si tratterebbe di un voltafaccia clamoroso per la signora Merkel, ma anche di un gesto che alla lunga potrebbe avere un costo politico relativamente basso, considerato che il capo dello Stato è in Germania una figura poco più che di rappresentanza.
L'alternativa è la scelta di una figura di alto profilo fra i democristiani. È circolato ieri il nome del ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che senza dubbio gode del rispetto necessario nel Paese. Ma privarsi della sua esperienza, in questa fase delicatissima della crisi dell'Eurozona, potrebbe essere un azzardo che la signora Merkel non si può permettere, anche se negli ultimi giorni sono circolate indiscrezioni su divergenze di vedute fra il Cancelliere e il suo ministro più importante: la prima decisa a non lasciar finire in default la Grecia, seppure alle condizioni tedesche, per evitare conseguenze imprevedibili per l'Eurozona; il secondo più scettico sulla capacità della classe politica greca di mettere in atto le promesse di rigore e riforme economiche avanzate in cambio del secondo pacchetto di aiuti.
Altri possibili candidati sono i ministri della Difesa Thomas de Maizière, del Lavoro Ursula van der Leyden, il presidente del Bundestag Norbert Lammert e l'ex ministro Klaus Töpfer, o persino una figura super partes come il presidente della Corte costituzionale, Andreas Vosskuhle.
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Le tappe della vicenda
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I guai giudiziari di Christian Wulff risalgono al suo mandato di presidente del Land della Bassa Sassonia (2003-2010), in cui ci sarebbe stato uno scambio di favori con amici imprenditori riferito dalla Bild il 13 dicembre scorso. Wulff, a suo tempo, aveva negato la cosa davanti al Parlamento

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