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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 15:30.

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Susanna Camusso, intervenuta come ospite della trasmissione «Che tempo che fa» di Fabio FazioSusanna Camusso, intervenuta come ospite della trasmissione «Che tempo che fa» di Fabio Fazio

Nuovo round nella trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. Lunedì Governo e sindacati si incontreranno in tarda mattinata presso il ministero del Lavoro. Si parlerà di ammortizzatori sociali. Intanto si registra la levata di scudi di Cigl e Cisl sull'ipotesi - confermata dal viceministro al Lavoro, Michel Martone - che il Governo decida di abolire la cassa integrazione straordinaria e di sostituirla con il sussidio di disoccupazione. «È necessario che il Paese abbia un intervento sul mercato del lavoro. Ma dire che siamo vicini è un po' presto», ha ricordato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenuta come ospite della trasmissione «Che tempo che fa» di Fabio Fazio. «Parlare di rimuovere i sostegni - ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni a SkyTG24 - vuol dire gettare un cerino su un bidone di benzina. Il Paese - ha aggiunto - aspetta una rassicurazione su questo. Non vorrei che questo discorso nascondesse la volontà di rimuovere la cassa integrazione in deroga per risparmiare». Un altolà è arrivato anche da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: «Gli ammortizzatori sociali - ha affermato - così come sono, non possono essere modificati mentre il Paese si avvia a passare da un meno 0,7% a un meno 1,5% del Pil per l'anno 2012».

No all'indennità di disoccupazione
«Quando la ministra dice con troppa scioltezza che la cassa integrazione straordinaria si può eliminare - ha affermato Camusso - dice una cosa non vera». La Cgil chiude dunque la porta alla cancellazione della cassa integrazione straordinaria, e alla sua sostituzione con un'indennità di disoccupazione: questa indennità, ha spiegato Camusso, «non è uno strumento universale e dura di meno». La proposta del ministro Fornero, ha continuato la sindacalista, «ha due fondamentali difetti» tra cui quello di avere una durata di «8-10 mesi per il 60% dell'ultima retribuzione, molto meno della cassa integrazione. E chi prende la cassa integrazione - ha aggiunto Camusso - non è certo ricco».

Su un punto invece la sindacalista e il ministro si trovano d'accordo: «C'è una cosa giusta che è l'universalitá, - ha ricordato - ma non sostituisce la cassa integrazione e consente, ad esempio, la reindustrializzazione di un territorio». Se la cassa integrazione resta «il primo strumento di sicurezza», la leader della Cgil non ha chiuso alla possibilità di trovare uno strumento universale. «Servono - ha detto - le risorse che potrebbero essere prese in parte dalla contribuzione, in parte utilizzando le risorse utilizzate per gli ammortizzatori straordinari». Il segretario della Cgil ha poi proposto «un'imposta patrimoniale progressiva» oppure un intervento sui soldi acquisiti con l'evasione».

Camusso: l'articolo 18 è norma deterrente
L'articolo 18, ha affermato Camusso, «è una norma di civiltà ,ma soprattutto una norma deterrente perchè il contenzioso giudiziario sull'articolo 18 è basso, non ha numeri infiniti». In particolare, la norma «ha una valenza e non si può cambiare nella sua sostanza perchè dice che non si può licenziare se non c'è un giustificato motivo». Il segretario generale della Cgil ha messo in evidenza che «un procedimento giudiziario per licenziamento dura sei anni: questa è un'eccessiva incertezza sia per il lavoratore che per le imprese. Non bisogna cambiare l'articolo 18 ma trovare procedure per risolvere i contenziosi in tempi più rapidi».

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