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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 12:59.

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Emma Marcegaglia (Ansa)Emma Marcegaglia (Ansa)

Il nuovo sussidio di disoccupazione su base assicurativa dovrebbe essere unico e sostituire quindi tutte le indennità esistenti dopo la perdita del posto di lavoro (disoccupazione ordinaria, con requisiti ridotti, mobilità). Sarà rafforzato ed esteso a tutti i settori. La riforma degli ammortizzatori sociali si farà con i soldi che sono a disposizione. Non potrà partire prima dell'autunno 2013. I pilastri saranno due: la tutela del posto di lavoro e la protezione del lavoratore.
Cig anche per imprese sotto i 50 dipendenti
Il primo pilastro, ha spiegato il ministro del Lavoro Elsa Fornero, sarà la cassa integrazione guadagni riportata alla sua funzione originale. Potranno usarla anche credito, assicurazione e commercio sotto i 50 dipendenti. Per Fornero occorre rendere più conveniente la stabilizzazione dei lavoratori a tempo indeterminato rispetto ai contratti a termine, con un sistema di incentivi in tal senso. Queste le principali indicazioni emerse dall'incontro.
Il premier Monti: entro marzo il provvedimento
Sempre in mattinata da Milano il premier Mario Monti ha affermato che il Governo punta a portare entro marzo in Parlamento un provvedimento sul mercato del lavoro «anche senza l'accordo con le parti sociali». Monti si è comunque detto «fiducioso» che si possa raggiungere un'intesa.Governo e parti sociali torneranno a incontrarsi giovedì 23 febbraio e ancora il 1° marzo.
In arrivo documento delle imprese su flessibilità in entrata
Sulla flessibilità in entrata le imprese presenteranno al governo un documento comune. Confindustria, Abi, Ania, Alleanza cooperative e Rete Imprese si riuniranno oggi per metterlo a punto. «Sulla buona flessibilità in entrata - ha spiegato la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, al termine dell'incontro - abbiamo sentito cose che non vanno nella giusta direzione». Il documento opererà una distinzione «tra cattiva flessibilità, che vogliamo combattere, e buona flessibilità». «Non siamo d'accordo - ha continuato la leader degli industriali - sull'aumento dei costi sui contratti a termine, se usati bene. Sulla flessibilità cattiva siamo per la tolleranza zero». Quanto poi alla tabella di marcia indicata dal premier Monti, secondo Marcegaglia «l'obiettivo di fine marzo» per la riforma del lavoro è giusto. «È giusto sentire le parti, dopo di che non ho nulla in contrario se ad un certo punto il governo vada avanti e presenti la riforma». È invece un bilancio con alcune incertezze quello delineato dal leader della Cgil, Susanna Camusso: «È stata una discussione molto faticosa. Usciamo dall'incontro con molti più interrogativi che certezze. C'è ancora molto lavoro da fare». Le distanze sono meno accentuate sulla questione dei tempi di revisione del sistema degli ammortizzatori sociali: «Per almeno due anni - ha spiegato Marcegaglia - è importante mantenere gli ammortizzatori che ci sono oggi, non modificarli. Cambiarli in un momento così difficile rischia di creare danni ai lavoratori. Siamo d'accordo con i sindacati, 18 mesi sono assolutamente insufficienti». «Dal momento che si tratta di una riforma che non potrà beneficiare di fondi pubblici - ha concluso la presidente di Confindustria - ma solo di una loro ricollocazione e che non dovrà prevedere aumenti di costi per le imprese occorre conoscere i numeri esatti dei lavoratori su cui l'intervento sarà esteso, su quali comparti. Altrimenti resterebbe un puro esercizio teorico».
Riforma armortizzatori con i soldi a disposizione

Tra le indicazioni che avrebbe fornito il ministro, ci sarebbe quella sulle risorse da mettere in campo per la riforma degli ammortizzatori sociali. «La faremo con i soldi che abbiamo», avrebbe chiarito alle parti sociali. Più in generale, sugli incentivi all'assunzione Fornero avrebbe espresso un desiderio: «Vorremmo che fossero meglio organizzati gli incentivi all'assunzione attraverso l'individuazione della platea dei lavoratori e in particolare verso quelli che trovano più difficoltà a trovare un'occupazione, stabilendo una convenienza riguardante coloro che favoriscono il lavoro stabile rispetto a quello a termine».
Camusso: nessun accordo senza risorse
Quanto ai tempi della riforma, avrebbe spiegato Camusso nel corso del vertice, «dire che la riforma degli ammortizzatori potrà partire nell'autunno 2013 è forse troppo ottimistico», considerato che «non sappiamo ancora quanto dureranno gli effetti della crisi».
Le Regioni: positiva la convocazione da parte del Governo
«È indubbiamente positivo che il Governo abbia deciso in questa fase di convocare le Regioni al tavolo di confronto con le parti sociali sulla riforma degli ammortizzatori sociali» ha spiegato Gianfranco Simoncini, Assessore della Regione Toscana, a nome del coordinamento della Commissione lavoro per la Conferenza delle Regioni. «Nel corso dell'incontro - ha affermato Simoncini - abbiamo manifestato al Governo e alle parti sociali la nostra piena disponibilità a partecipare in maniera attiva e propositiva alla discussione in atto, in particolare sul fronte della universalità dei diritti che vanno garantiti a tutti i lavoratori e sul tema delle politiche attive del lavoro che riteniamo debbano entrare a pieno titolo nel processo riformatore in corso. Nelle prossime ore – ha concluso Simoncini - porterò all'attenzione degli Assessori al lavoro i temi trattati oggi affinché si possa rappresentare una posizione condivisa in una delle prossime riunioni della Conferenza delle Regioni».

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