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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2012 alle ore 11:15.
Nessuna tassa per chi possiede un pc collegato alla rete, tablet e smartphone. Lo precisa la Rai, chiarendo che la lettera inviata si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisori.
La tassa per le imprese
Quasi un miliardo di euro. È la cifra che le imprese italiane dovranno sborsare per il canone «speciale» Rai imposto «a chiunque detenga, fuori dall'ambito familiare, uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezioni di trasmissioni radiotelevisive». Nel mirino imprese, società, uffici, dunque. E calcolando la presenza di quasi 5 milioni di aziende, si arriva alla bella cifra di 980 milioni di euro richiesta complessivamente da viale Mazzini con il nuovo balzello. E chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni da parte degli organi di vigilanza.
Chi effettuerà i controlli
Ma chi farà le verifiche? E quando scatteranno i blitz? «I controlli? E che ci vuole? Poiché si tratta un tributo, la Rai, ma anche l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, tra un paio di mesi, potranno entrare nelle aziende per effettuare le verifiche» osserva il presidente di Adusbef, Elio Lannutti che nelle prossime ore presenterà un'interrogazione parlamentare contro quello che definisce come un «balzello assurdo». «Scateneremo il finimondo contro questa misura assurda - aggiunge Lannutti, che è anche senatore Idv -: siamo disposti ad andare davanti al Tribunale. Porteremo la questione all'attenzione della Corte Costituzionale, e se non basa ricorreremo anche alla Corte europea». «Infatti non è ammissibile che qualunque apparecchio elettronico possa essere sottoposto al pagamento».
La denuncia delle imprese
Ed anche secondo Rete Imprese Italia «quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perchè vengono tassati strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai». Tanto più se si considera che il Governo «spinge proprio sull'informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato». Perciò Rete Imprese Italia chiede l'intervento del Governo e del Parlamento per esonerare le aziende dal pagamento del canone tv. In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, Rete Imprese Italia sollecita l'esclusione da qualsiasi obbligo di corrispondere il canone in relazione al possesso di apparecchi che fungono da strumenti di lavoro per le aziende, quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari.
Il gettito Rai
Dal canto suo la Rai precisa che le lettere fatte partire sulla questione del pagamento della tassa su pc, «non si riferiscono al canone ordinario (relativo alla detenzione dell'apparecchio da parte delle famiglie) ma si riferiscono specificamente al cosiddetto canone speciale cioè quello relativo».
Di fatto, con questo nuovo balzello, viale Mazzini punta a incrementare in notevole misura raddoppiare il gettito del canone. Basta pensare che l'incasso nel primo bimestre del 2011 per i canoni di abbonamento radio e tv è stato di 938 milioni di euro.
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