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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2012 alle ore 21:30.

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Corrado FormigliCorrado Formigli

La Rai ha deciso di impugnare la sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato per diffamazione ai danni della Fiat Viale Mazzini e il giornalista Corrado Formigli per un servizio su un modello di automobile andato in onda durante una puntata di «Annozero», su Raidue. «In merito alla sentenza del Tribunale di Torino sulla vicenda Fiat/Rai/Annozero, ogni commento sarà articolato nell'atto di impugnazione in corso di predisposizione", ha fatto sapere la Rai in una nota. Il tribunale civile di Torino ha condannato l'azienda pubblica e Formigli a risarcire con cinque milioni di euro Fiat Group Automobiles per un servizio sull'Alfa Mito andato in onda su Annozero.

«Si tratta di una condanna senza precedenti, applicata sulla base del codice civile. Una cifra impressionante, del tutto insostenibile. Una sentenza che investe non soltanto la vita di una persona, ma le ragioni stesse della nostra professione». Lo scrive sul proprio profilo facebook Corrado Formigli, il giornalista condannato per un servizio sulla Fiat trasmesso il 2 dicembre 2010 dalla trasmissione televisiva «Annozero». «Nel servizio incriminato, al fine di valutare la competitivitá di Alfa Romeo sul mercato delle auto sportive - racconta Formigli - avevo messo a confronto tre piccole "belve" su una pista per testare le loro prestazioni assieme a un pilota collaudatore. Un confronto già peraltro realizzato dalla più autorevole rivista di settore, Quattroruote, la quale aveva sancito con tanto di responso cronometrico che l'Alfa Romeo Mito Quadrifoglio Verde, una delle tre auto a confronto, era la più lenta su circuito, distanziata dalla Mini Cooper S di tre secondi e dalla Citroen DS3 di un secondo e mezzo. Insomma, il test di Annozero si era limitato a ribadire un confronto giá realizzato e mai contestato».

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«In uscita dal servizio - prosegue - dentro lo studio della Rai dove mi trovavo, mi sono limitato a constatare che la Mito «si è beccata tre secondi dalla Mini. Frase che, agli occhi di Fiat, è risultata un'insopportabile aggressione mediatica. Non mi addentro nelle ragioni giuridiche di questa sentenza, mi limito a osservare l'immensa sproporzione tra fatto e ammenda, quindi il suo intento punitivo. Del totale, «solo un milione e settecentocinquanta mila euro quantificano il danno patrimoniale, mentre ben cinque milioni e duecentocinquantamila euro rappresentano il danno non patrimoniale».

La Federazione nazionale della stampa italiana reagisce con «sconcerto» alla sentenza con la quale la Rai e Corrado Formigli sono stati condannati, per un servizio trasmesso da 'Annozero' nel dicembre 2010, a risarcire la Fiat versandole ben 5 milioni di euro (più i 2 che la Rai dovrà spendere per la pubblicazione della sentenza sui giornali)». «E' meglio - si chiede il sindacato dei giornalisti - che l'informazione non parli in modo critico di un'auto, soprattutto quando a produrla è una grande casa che è anche un grande inserzionista pubblicitario? E' questo l'interrogativo che suscita la sentenza. Sconcertante, tra l'altro, è il carico finanziario spropositato messo sulle spalle di un singolo giornalista. Il risultato non potrà che essere quello di disincentivare ulteriormente ogni tipo di critica a prodotti commerciali, in un settore informativo in cui già non mancano servizi di sperticato elogio ad ogni nuova vettura». Il sindacato dei giornalisti considera «come sempre con grande rispetto il lavoro della magistratura, ma questa sentenza rischia di essere un altro grave bavaglio all'informazione». La Fnsi si augura che «il giudizio d'appello possa riconoscere meglio le ragioni dell'attività giornalistica».

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