Due marò accusati di omicidio in India, altri sette giorni di fermo per evitare il carcere

Il sottosegretario de Mistura incontra i marò arrestati: «L'Italia è con voi»

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I due marò arrestati in India

Il giudice distrettuale di Kollam ha deciso che i due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani nello stato indiano del Kerala dovranno rimanere altri sette giorni in custodia della polizia. Il prolungamento del fermo di polizia evita ai due militari di finire in carcere, almeno per ora. Il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura ha incontrato i due marò accompagnato dall'Ambasciatore italiano Giacomo Sanfelice, dal console di Mumbai Giampaolo Cutillo e dal capitano della nave Enrica Lexie.

Secondo quanto riporta la televisione Ndtv, «la visita non è riuscita a sbloccare lo stallo tra India e Italia». Il politico ha ribadito alla delegazione la sua posizione, che è quella «che non c'è spazio per la diplomazia». Secondo la fonte, nell'incontro, avvenuto a Kottayam (75 km da Kochi) e durato circa un'ora, Chandy ha detto che i due pescatori «sono stati uccisi brutalmente» e che «non è disposto ad affrontare l'argomento di eventuali risarcimenti». Ha poi aggiunto che «non è il momento giusto» di incontrare le famiglie delle vittime.

«Uno dei punti chiave della vicenda sarà l'esame balistico sulle armi usate» e a questo proposito «speriamo che sia realizzato in maniera che anche l'Italia abbia accesso alla verifica e che i risultati possano essere ben compresi», ha detto il sottosegretario. La polizia indiana intende infatti effettuare una perquisizione a bordo della petroliera "Enrica Lexie" con l'intenzione di sequestrare le armi dei militari. Il numero due della Farnesina ha detto inoltre che l'Italia manterrà la sua posizione sulla giurisdizione nella acque internazionali e che l'incidente è avvenuto a 22,5 miglia nautiche dalla costa.

Oggi i due militari saranno condotti di nuovo davanti alla corte a Kollam, il distretto competente per l'incidente in mare avvenuto il 15 febbraio scorso; scadono infatti oggi i tre giorni di fermo disposti dal magistrato il 20 febbraio scorso.

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