Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2012 alle ore 07:46.
L'ultima modifica è del 24 febbraio 2012 alle ore 06:35.

My24

Gentile Direttore, ringraziamo «Il Sole 24 Ore» per l'articolo di domenica. I cinque punti «per una costituente della cultura» offrono elementi di riflessione non convenzionali e, per questo, fortemente degni di attenzione. Riteniamo meritevole ogni iniziativa che sappia riportare al centro del dibattito pubblico il valore della cultura, della ricerca scientifica, dell'innovazione e dell'educazione a vantaggio del progresso nel nostro Paese.
Potrebbe sembrare paradossale cercare di mettere la cultura al centro del dibattito politico in un momento in cui l'Italia è sottoposta a tensioni di natura finanziaria e si trova nel bel mezzo di una nuova recessione, con un disagio occupazionale in crescita.
ll Sole 24 Ore ha lanciato un manifesto in cinque punti e una Costituente affinché la cultura diventi un motore per lo sviluppo
E ppure oggi, come in altre occasioni della storia del Paese, le prospettive di ripresa e di tenuta della coesione sociale sono legate a processi virtuosi di cambiamento che scaturiscono e sono guidati, se vogliono farsi fondamenta solide di sviluppo duraturo, soprattutto da una spinta di natura culturale: spinta che interessa le nostre prospettive, il nostro civismo, il nostro senso di responsabilità, il contenuto della nostra democrazia, il nostro rapporto con la cosa pubblica e il bene comune.

Assai suggestivo e appropriato appare il richiamo al discorso di De Gasperi alla Scala di Milano. Lo spirito che caratterizzò l'Italia e le sue leadership nel secondo dopoguerra va oggi arricchito ancora una volta da una illuminata visione culturale. L'investimento in cultura, ricerca ed educazione nel nostro Paese è insufficiente, se confrontato su scala internazionale. Di fronte alle scelte di spending review, che comporteranno una rivisitazione del mix della nostra spesa pubblica, la componente impiegata nella sfera della conoscenza non può essere considerata un costo da tagliare, ma rappresenta uno dei bacini in cui spendere di più e meglio creando sviluppo e occupazione. In quest'ambito, lo Stato è chiamato a svolgere un'imprescindibile funzione pubblica, non a caso sancita e garantita dalla nostra stessa Costituzione.

Un investimento che deve interessare lo straordinario patrimonio culturale italiano, inteso non solo come risorsa da tutelare e preservare, ma da animare e valorizzare sempre di più, perché elemento costitutivo dell'identità del Paese, della sua storia, della sua civiltà, del suo “saper fare”, della sua stessa competitività. La conoscenza è fattore dinamico e generativo, è il terreno comune per la convivenza civile, fondamentale mezzo di promozione sociale: la prima responsabilità della politica è la cura della "Repubblica della conoscenza". È questa la condizione per una società aperta e moderna.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi