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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2012 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 24 febbraio 2012 alle ore 14:31.

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Dl fiscale in Consiglio dei ministri. Nella foto Palazzo Chigi (Imagoeconomica)Dl fiscale in Consiglio dei ministri. Nella foto Palazzo Chigi (Imagoeconomica)

Il decreto sulle semplificazioni fiscali è al vaglio del Consiglio dei ministri (qui l'ordine del giorno). Il pacchetto di norme vedrà il via libera entro sera. Intanto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato il decreto Milleproproghe, approvato ieri sera in via definitiva.

Semplificazione ma anche lotta all'evasione
L'obiettivo ultimo del decreto fiscale è quello di semplificare gli adempimenti tributari. Il provvedimento dovrebbe servire anche a una più incisiva lotta all'evasione fiscale, problema sul quale l'esecutivo ritiene di aver già avviato una efficace campagna di opinione. Tra le misure che verrebbero adottate, ci sarebbe quella che obbligherebbe le imprese a trasmettere periodicamente all'amministrazione fiscale l' elenco dei propri fornitori.

Riduzione aliquote fiscali
Sul fisco il governo, secondo le indiscrezioni, avrebbe intenzione di ridurre le prime due aliquote fiscali, quella attualmente al 23% (fino a 15.000 euro di reddito) e quella al 27% (fino a 28.000 euro di reddito). Come spiegato da Monti nei giorni scorsi, si tratta «di ridurre il disavanzo pubblico e far affluire ai contribuenti onesti in forma di minori tasse il gettito di maggiore lotta all'evasione».

Imu Chiesa e sindacati, emendamento nel Dl Liberalizzazioni
Nella bozza di decreto, nel pomeriggio, è venuta a mancare la clausola che stabilisce l'esenzione del pagamento dell'Imposta municipale unica (Imu) solo per gli immobili non commerciali. Si tratta della norma che per la prima volta farà pagare una tassa per i propri immobili (quelli non ad uso di culto) alla Chiesa cattolica. La norma dovrebbe arrivare in Senato sotto forma di emendamento al decreto liberalizzazioni.

«In considerazione della stretta attinenza ai temi della concorrenza, della competitività e della conformità al diritto comunitario, che sono alla base del DL 1/2012, l'emendamento - si legge in una nota di Palazzo Chigi - presentato direttamente al Parlamento, in sede di conversione di decreto legge già emanato, intende garantire la massima tempestività nell'attuazione degli auspici della Commissione europea». Secondo l'Associazione dei Comuni italiani (Anci), con questa delibera dovrebbero entrare nelle casse dello Stato tra i 500 e i 600 milioni di euro.

Rimandata la decisione sulla golden share
Anche la partita sulla golden share è stata rimandata al dl liberalizzazioni. Con l'emendamento arriva lo stop all'acquisto di partecipazioni in imprese controllate dallo Stato che svolgono attività di rilevanza strategica «per il sistema di difesa e sicurezza nazionale» solo nel caso in cui l'acquirente sia un soggetto esterno all'Ue e in caso di «minaccia effettiva di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della sicurezza nazionale».

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