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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 17:29.

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Il capo del governo dell'Irlanda, Enda Kenny ha confermato che il paese intende sottoporre a referendum popolare l'accordo sul rafforzamento della governance economica battezzato "fiscal compact" stretto con gli altri partner dell'Ue il mese scorso, con le eccezioni di Gran Bretagna e repubblica ceca. Lo riporta l'Irish Times, dopo che nelle scorse settimane l'esecutivo aveva riferito che stava valutando la questione assieme ai suoi consulenti legali, oggi l'annuncio del referendum.

Precedentemente diversi partiti dell'opposizione irlandese, tra cui lo Sinn Fein e alcune formazioni di sinistra avevano avvertito che avrebbero fatto ricorso alla giustizia del paese in assenza di un referendum confermativo sul "Fiscal Compact". Il nuovo insieme di regole concertate tra paesi Ue prevede criteri ben più stringenti sulla disciplina di bilancio, e di fatto segna un primo passo di rinuncia a parte delle sovranità nazionali su questo versante. È stato adottato su suggerimento del presidente della Bce, Mario Draghi, come riposta alle continue tensioni che per mesi hanno preso di mira i debiti pubblici dei paesi dell'Unione monetaria.

Kenny, che dal 2011 è stato nominato "Taoiseach" della repubblica di Irlanda - termine di origini gaeliche che indica il capo dell'esecutivo - ha precisato che non intende condannare il paese ad altri anni di austerità dopo quelli già subiti. l'Irlanda, assieme a Grecia e Portogallo, ha ottenuto aiuti da Ue e Fondo monetario internazionale, in cambio dei quali ha avviato un piano di risanamento e riforme.

L'annuncio sul referendum irlandese cade inoltre in all'antivigilia di un nuovo vertice che si preannuncia intenso, sulla crisi dei debiti pubblici, tra leader europei. Giovedì e venerdì si svolgerà il Consiglio europeo e il clima potrebbe non essere dei più sereni visto che oggi è stata cancellata una riunione in parallelo, attesa venerdì, tra i leader dell'area euro.

Secondo indiscrezioni di stampa a causa delle resistenze della Germania a discutere già ora eventuali rafforzamenti dei sistemi comunitari anti crisi.
E il referendum irlandese potrebbe indirettamente rafforzare le resistenze tedesche a impegnarsi maggiormente su questo fronte. Intanto con la crisi della Grecia sempre in primo piano resta confermato invece un Eurogruppo tra ministri delle Finanze per giovedì, mentre anche il consiglio Ue potrebbe esaminare gli sviluppi sulla procedura di riduzione del debito ellenico che coinvolge la partecipazione dei creditori privati.

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