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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 18:04.

Silvio Berlusconi apre a un Governo di unità nazionale nel 2013. Rispondendo alla domanda se immagina dopo le prossime elezioni un esecutivo di cui facciano parte membri di Pd, Pdl e Terzo polo, «sì - ha risposto l'ex premier lasciando il vertice del Ppe a Bruxelles - perchè la democrazia si sostiene e si concretizza nei partiti». Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, ha fatto un passo in avanti. Il prossimo governo potrebbe essere guidato ancora da Mario Monti. «Mario Monti candidato premier nel 2013? Come faccio a dire di no - ha affermato in un'intervista che sarà trasmessa questa sera nel corso della puntata di Piazzapulita -. Penso che una larga coalizione non sia solo la necessità di oggi ma anche di domani. Non credo - ha concluso il leader dell'Udc - che in un anno si esauriscano le ragioni che hanno insediato Monti a Palazzo Chigi». Alle aperture di Casini e Berlusconi a una grosse koalition nel 2013 il segretario generale del Pd Pier Luigi Bersani ha replicato, a margine della presentazione di un libro: «Uno schieramento che va dal Pd al Pdl passando per il Terzo polo da presentare alle elezioni 2013 a sostegno di Mario Monti «non esiste in natura. Io ho un'altra idea in testa, una democrazia rappresentativa normale ancorchè riformata».
Casini: «Io premier? Fuori dal novero delle possibilità»
Quanto all'ipotesi che lui stesso possa ricoprire la carica di premier, Casini ha spiegato: «Io nuovo leader del centrodestra? È fuori dal novero delle possibilità, io penso alla mia di casa». Casini ha chiarito la situazione: «Credo - ha affermato - che sarebbe auspicabile che Alfano avesse una leadership reale nel Pdl, partito dove ci sono tante persone ottime». «Io e Berlusconi di nuovo insieme in un partito? Per me - ha assicurato il leader dell'Udc - non è possibile. Certo che se domani dovesse dire che ha sbagliato e che il suo governo è stato negativo per l'Italia tutto sarebbe possibile».
Berlusconi: si può recuperare il rapporto con la Lega
A chi gli chiedeva dello stato dei rapporti con il partito di Umberto Bossi, Berlusconi ha risposto: «Io penso - ha affermato - che non esistano situazioni tali per non poter recuperare» un rapporto con la Lega. Il Cavaliere ha sottolineato che esiste un rapporto di «amicizia personale fra i leader del mio partito e quelli della Lega», con cui il Pdl ha «avuto una reale e solida collaborazione», anche se il Carroccio «ha scelto la strada che conoscete a queste elezioni amministrative».
I partiti devono continuare a esistere
Secondo il leader del Pdl «i partiti devono continuare a esistere, a rappresentare i cittadini e non c'è altra forma che sia migliore di questa, come diceva Winston Churchill». Secondo Berlusconi l'evoluzione dopo il 2013 «dipende dalla possibilità di accordo sulle riforme con la sinistra e l'opposizione. Noi abbiamo fatto un passo indietro ora perché riteniamo necessarie per l'Italia le riforme, senza le quali - ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio - il Paese non è governabile». In particolare, Berlusconi pone la riforma delle istituzioni come «priorità assoluta, è necessario riformare i poteri del Governo, il percorso di approvazione delle leggi e il ruolo della Consulta».
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