Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 08:10.

My24

dal nostro corrispondente Beda Romano
BRUXELLES - Non c'è giorno in Europa in cui non vengono pubblicate cifre e statistiche. Quelle rese pubbliche ieri però non potevano sottolineare meglio quanto sia difficile la quadratura del cerchio tra austerità e crescita. Nuovi dati hanno mostrato un forte aumento della disoccupazione nella zona euro. Nel contempo hanno segnalato che (a sorpresa) anche la virtuosa Olanda deve fare i conti con una deriva del bilancio.

Nel primo giorno di un nuovo Consiglio europeo (questa volta non d'emergenza) tutto dedicato al rilancio dell'economia, un organismo pubblico olandese (noto con l'acronimo CPB) ha annunciato che il deficit in Olanda rimarrà sopra al 3% del Pil fino al 2015, in assenza di nuove misure di austerità. In origine, il programma di stabilità olandese prevedeva un calo del disavanzo sotto a questo livello nel 2013.
Il Governo di Mark Rutte è un esecutivo di minoranza appoggiato dall'esterno da Geert Wilders. Il leader populista è contrario a nuovi tagli alla spesa pubblica. In particolare vuole difendere a tutti i costi la possibilità per gli olandesi di dedurre dalle imposte gli interessi sui mutui immobiliari. «Vogliamo che i negoziati portino a un buon esito, ma non a tutti i costi», ha avvertito minaccioso Wilders.

Dal canto suo, Rutte ha precisato: «Faremo tagli alla spesa pubblica, non perché ce lo chiede Bruxelles, ma perché riteniamo sia importante». Ha però aggiunto: «Misure di austerità devono essere sempre adottate in modo equilibrato». Il caso olandese conferma la crescente difficoltà dei Paesi della zona euro a rispettare gli obiettivi di bilancio. Proprio in questi giorni la Spagna è alle prese con una situazione simile.
Il Governo di Mariano Rajoy ha chiesto di poter rivedere la traiettoria di riduzione del deficit pubblico, dopo aver scoperto che l'economia è in recessione e che il deficit 2011 è assai più elevato delle previsioni. I casi spagnolo e olandese sono un test per una zona euro alla ricerca di un nuovo equilibrio tra crescita e austerità, e alle prese con un preoccupante aumento della disoccupazione.

D'altro canto, Eurostat ha annunciato che in gennaio i disoccupati nella zona euro erano il 10,7%, ai massimi dalla nascita della zona euro. La Commissione continua a fare la voce grossa, e a ribadire che gli obiettivi di bilancio vanno rispettati, ma in privato molti esponenti comunitari sono palesemente imbarazzati.

In cuor loro molti leader - al di là delle prese di posizione rigoriste di Finlandia o Svezia - si rendono conto della difficoltà ad adottare nuove cure di austerità in paesi dove la crisi sociale è già gravissima. Ma come allentare gli impegni senza perdere nuova credibilità sui mercati? È più saggio mantenere gli obiettivi, pur sapendo che non verranno raggiunti, o rivederli, magari associandoli a riforme convincenti?

La scelta non è per oggi. Intanto ieri sera qui a Bruxelles i 27 hanno discusso dei modi per rilanciare l'economia in un contesto in cui le armi della politica monetaria e della spesa pubblica sono spuntate. «Dobbiamo assolutamente usare il tempo» che ci è stato concesso dagli acquisti obbligazionari della Banca centrale europea, «altrimenti scopriremo che il mondo non si fida di noi», ha avvertito il cancelliere Angela Merkel, che ieri ha incontrato il premier Mario Monti, complimentandosi (secondo fonti italiane) per il recente buon andamento dello spread e dei tassi d'interesse.

Herman Van Rompuy, riconfermato per altri due anni e mezzo alla guida del Consiglio europeo e nominato anche alla guida del consiglio per la zona euro, ha preparato un comunicato atteso per oggi in cui i 27 stilano una serie di misure per aiutare l'economia. Tra le altre cose, in una bozza della dichiarazione finale promettono di mettere a punto entro giugno i project bonds, obbligazioni europee dedicate a progetti infrastrutturali.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi