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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 06:40.

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SENZA RIVALI

Maggioranza assoluta
Il premier candidato presidente, Vladimir Putin, secondo tutti i sondaggi, dovrebbe ricevere la maggioranza dei voti già al primo turno, come era accaduto anche nel 2000 e nel 2004. Questa volta per rimanere al Cremlino sei anni, non più solo quattro
Non sembrano avere nessuna possibilità, neppure di avvicinarsi all'uomo forte, gli unici quattro avversari ammessi a partecipare alle elezioni governate da una complessa legge introdotta dallo stesso Putin poco dopo il suo insediamento al Cremlino: il leader comunista, Gennady Zyuganov, il leader liberaldemocratico, Vladimir Zhirinovsky, quello di Russia Giusta, Serghej Mironov, e il miliardario Mikhail Prokhorov, unico candidato indipendente
Sulla vittoria annunciata pesa il problema della legittimità, con l'allarme brogli diventato tema fondamentale e già motore delle proteste scattate dopo il voto per il rinnovo della Duma, il 4 dicembre
LA PROTESTA E I NUMERI DELL'ECONOMIA
PIL E DEMOCRAZIA

Il percorso democratico
Uno studio di Renaissance Capital su 150 Paesi ha fissato a 10mila dollari di Pil pro capite la linea oltre cui generalmente la popolazione di un Paese inizia in modo attivo a chiedere più democrazia: la soglia è stata superata dalla Russia nel 2005 secondo i dati della Banca mondiale
La sostenibilità dell'attuale budget russo è legata a una quotazione del petrolio che sfiora o supera i 120 dollari al barile. Per finanziare le promesse elettorali di Putin, però, l'asticella rischia di spostarsi ancora più in alto: si stima una quotazione
di 150 dollari

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