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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2012 alle ore 21:50.
L'ultima modifica è del 03 marzo 2012 alle ore 09:59.

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Commossa pure la cantante Caterina Caselli: «Ricordo gli inizi, quando si cantava insieme, ricordo il suo ultimo messaggio alle 9 di mattina in cui mi scriveva "sei sveglia?"» ha affermato la Caselli ricordando che si erano visti anche a Sanremo. Al Festival, ha aggiunto, «l'ho salutato e mi ha detto: «sono qui davanti al mare, sto benissimo, la giornata è meravigliosa».
Andrea Mingardi dice di sentirsi «frastornato, come una persona che sta giocando a biliardo con un compagno che non c'è più e che ha le bocce in mano e dice: adesso cosa faccio?».

Anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini ha voluto dare il suo saluto a Dalla, insieme alla moglie Azzurra Caltagirone e ai figli. «Essere qui senza Lucio è come essere qui senza la Torre degli Asinelli o della Garisenda: per questa cittá è una menomazione fortissima perché è veramente uno degli ultimi simboli di Bologna», ha detto Casini lasciando la camera ardente.

Dal mondo dello sport, hanno fatto visita alla camera ardente le squadre della Virtus basket (che ha lasciato una canottiera ricordo con tutte le firme dei giocatori) e il Bologna calcio, oltre al presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo.

Dal mondo dello spettacolo e della cultura, la vedova di Pavarotti, Nicoletta Mantovani, il rettore Ivano Dionigi e Fabio Roversi Monaco, i giornalisti Marco Travaglio, Corrado Augias e Milena Gabanelli.

Lucio Dalla aveva «una marcia in più», ha dichiarato invece Roberto Baggio, che sarà presente domenica al funerale. A lui, Dalla aveva dedicato una canzone - «Baggio Baggio» - per ringraziarlo dei 22 gol realizzati con la maglia rossoblù nella stagione 1997-1998. «È qualcosa - dice l'ex calciatore - che mi porterò dentro...».

Cerimonia senza musica
Se la musica di Lucio è lo sfondo del cordoglio popolare in Piazza Grande, la musica non accompagnerà invece il funerale dell'artista.
Nessun brano è previsto durante la cerimonia funebre che si svolgerà domenica alle 14.30 nella basilica di San Petronio a Bologna.
«Una messa è una messa, Lucio era un credente, andava in Chiesa e queste cose le sapeva bene». L'appello della Cei a non trasformare in uno spettacolo il funerale di Lucio Dalla, ha un pò infastidito gli amici del cantante scomparso giovedì.

A presiedere la cerimonia - come ha confermato anche Paolo Castaldini, responsabile dei servizi tecnici della Curia bolognese - sarà uno dei massimi rappresentanti della Diocesi stessa, probabilmente il provicario generale Gabriele Cavina.
È un segnale di grande rispetto da parte della Chiesa bolognese nei confronti di Lucio Dalla. Come lo è, del resto, l'apertura delle porte della Basilica di San Petronio: l'ultimo bolognese a cui era toccato l'onore di un funerale nella chiesa più importante della città è stato don Giuseppe Dossetti, sedici anni fa.

L'unico piccolo strappo alla regola liturgica, comunque tollerato ed autorizzato dalla Curia stessa che sta seguendo direttamente l'organizzazione del funerale, sarà la lettura al termine della celebrazione da parte dell'amico del cuore Marco Alemanno del testo di una delle canzoni più poetiche di Dalla, «Le Rondini»: una lirica sul senso della vita, l'amore e i sogni. Nella basilica ci saranno 550 sedie, riservate a familiari, amici ed autorità, a cui si aggiungeranno 5.500 posti in piedi. Gli altri potranno invece seguire la messa dal maxischermo in piazza Maggiore.


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