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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2012 alle ore 08:11.
0,5%
Entro un anno dall'entrata in vigore del trattato gli Stati firmatari dovranno inserire nell'ordinamento legislativo una norma che prevede che i bilanci delle amministrazioni pubbliche siano in pareggio o in avanzo (lo scostamento massimo ammesso è dello 0,5%) e correttivi automatici dei conti in caso di deragliamento
È ammesso lo scostamento dell'1% per i Paesi con un debito molto basso e ci sono deroghe in presenza di eventi eccezionali o grave crisi economica. Se un firmatario del Trattato ritiene di riscontrare il mancato rispetto della regola da parte di un partner, può portare lo Stato inadempiente davanti alla Corte di giustizia Ue che può far scattare la sanzione
La Corte di giustizia verifica che nelle legislazioni degli Stati contraenti sia stata inserita la regola aurea del pareggio
Gli altri Stati possono deferire alla Corte un Paese che non abbia rispettato la regola e la Corte può decidere sanzioni pari allo 0,1% del Pil
DEBITO
PUBBLICO
60%
I Paesi firmatari si impegnano a rispettare il vincolo di un debito pubblico che non superi il 60% del Pil (l'Italia è attualmente al 120%). Le deroghe ammesse sono i cosiddetti fattori rilevanti elencati nel nuovo Patto di stabilità: tra gli altri, il ciclo economico, il risparmio netto del settore privato, le riforme per la correzione degli squilibri macroeconimici
Gli Stati che superano il limite devono ridurre di un ventesimo all'anno la parte eccedente il 60%, altrimenti può essere intrapresa una procedura per deficit eccessivo analoga a quella per disavanzo. Dato il quadro generale, con molti Paesi alle prese con il rientro dal deficit, è stata fissata una fase transitoria di tre anni, in cui possono bastare i progressi sul fronte del debito
Per i Paesi in debito eccessivo si prevede una riduzione di un ventesimo all'anno della parte eccedente il 60%
L'obbligo di riduzione è soggetto a deroghe che vengono concesse se esistono «fattori rilevanti» quali il risparmio e il ciclo economico
RAPPORTO
DEFICIT/PIL
3%
Lo Stato dell'Eurozona che non riesca a rispettare la regola aurea del pareggio e presenti un deficit sopra il tetto del 3% potrà essere sottoposto in automatico alla procedura di deficit eccessivo da parte della Commissione Ue, a meno che nel Consiglio non si opponga una maggioranza qualificata (due terzi) dei Paesi
Il primo passo del Consiglio è chiedere al Paese un deposito infruttifero pari allo 0,2% del Pil e un elemento variabile pari a un decimo della differenza tra il disavanzo (in % del Pil dell'anno di sforamento) e il valore di riferimento (3%). Per tutti gli anni successivi il Consiglio può poi chiedere un deposito aggiuntivo
La commissione verifica lo sforamento del tetto del rapporto Deficit/Pil
Il Consiglio blocca la procedura a maggioranza qualificata
Lo 0,2% del Pil più 1/10 della diffrenza tra il disavanzo e l'obiettivo