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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2012 alle ore 18:07.

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Sarà Massimo Gambini, commercialista dello studio associato Romani Gambini Cenni Menetti e Rossi di Bologna il curatore dell'eredità di Lucio Dalla. A nominarlo è stato il presidente del Tribunale del capoluogo emiliano, Francesco Scutellari. A Gambini, il cui studio già da tempo si occupava degli interesso del cantautore, ora spetta il compito di censire, valutare e stimare il patrimonio in immobili, opere d'arte, società, e diritti d'autore di Dalla.

Per farlo sarà affiancato da uno o più notai, ancora da nominare, scelti di nuovo da Scutellari. A dividersi l'eredità saranno, secondo le ultime ricostruzioni, cinque cugine del cantante, figlie di sorelle o fratelli della madre. Non essendoci, ormai nessuno ha più dubbi, un testamento recante le ultime volontà di Dalla, a questo punto, salvo buon cuore delle eredi, a Marco Alemanno non spetta nulla. Il compagno del defunto potrebbe quindi lasciare presto l'abitazione di via D'Azeglio 15.

Da ogni parte, a iniziare dai membri della seconda famiglia del cantautore (quella di amici e stretti collaboratori) viene ribadita la volontà di dare vita alla Fondazione Dalla per il sostegno dei giovani talenti e per tutelare il suo patrimonio prima ancora culturale che economico. E al momento sembra che anche da parte degli eredi l'idea della Fondazione sia stata accolta molto positivamente. Del resto Lucio è stato uno dei produttori di giovani cantanti più attivi, e con maggior fiuto, d'Italia. A lui devono fama e successo: Luca Carboni, Samuele Bersani e Biagio Antonacci e, ultimo in ordine di tempo, Pierdavide Carone il ragazzo che ha partecipato appena un paio di settimane fa a San Remo con Nanì, brano scritto da Dalla, che nell'occasione è salito sul palcoscenico a dirigere l'orchestra.

In attesa di capire l'ammontare del patrimonio lasciato dal cantautore, faccenda terrena che di più non si può, dal sindaco Virginio Merola arriva l'idea di porre una targa in piazza Maggiore che ormai per tutti è "Piazza Grande". «Magari non subito - ha detto il primo cittadino – ma di sicuro tra qualche anno quando i più giovani potrebbero non ricordare». All'indomani del funerale di Dalla, e proprio per le parole di padre Bernardo Boschi che nell'omelia in cui ha ricordato il cantante si è rivolto direttamente al suo compagno Marco Alemanno, si sono aperte infinite, e forse sterili, polemiche circa il suo orientamento sessuale. «Di fronte ai morti, ai defunti, preghiamo gli uni per gli altri, sempre», ha tagliato corto oggi l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, a margine di un incontro pastorale, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento.

La comunità gay, che dal cantante non ha mai ottenuto l'outing che sperava, si è scagliata contro la chiesa accusata di atteggiamento ipocrita nell'avere celebrato i funerali a un peccatore. Immediata la replica di padre Boschi che ha rispedito al mittente le accuse ricordando che «davanti a Dio non ci sono differenze». Alle polemiche di Franco Grillini, già parlamentare dei Verdi ed ex presidente dell'Arcigay, cha risposto infine Benedetto Zacchiroli, amico di una vita del cantante, omosessuale dichiarato ed ex diacono: «Se non c'è la scomunica i funerali si celebrano per chiunque».

E con questo, sono in molti a sperare, che si chiuda ogni fronte di pettegolezzo voyeuristico su un artista che era uomo libero di vivere la vita come desiderava, sempre comunque con grande riservatezza nella sfera privata.

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