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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2012 alle ore 22:43.

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Riforma ammortizzatori e risorse, pressing sul GovernoRiforma ammortizzatori e risorse, pressing sul Governo

Riforma del mercato del lavoro e "nodo" risorse, si allarga il fronte di chi chiede di "vedere" le carte del Governo. «Finora é stato come una partita di poker al buio: é ora che il Governo cambi marcia, sveli il progetto complessivo, faccia chiarezza sui numeri», chiede il presidente di turno Rete Imprese Italia, Marco Venturi, convinto che l'Esecutivo debba indicare «le risorse che intende mettere in campo a partire da quelle indispensabili per ampliare le tutele degli ammortizzatori sociali». La richiesta è stata formalizzata in una lettera al ministro del Lavoro Elsa Fornero, «cui abbiamo chiesto - sottolinea Venturi - di indicarci con chiarezza le quantità e le modalità di utilizzo delle risorse nei diversi settori».

Emergenza occupazione, i timori dei sindacati
Gli ultimi dati sull'aumento delle ore di cassa integrazione spingono invece il capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano a chiedere «la definizione di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali» che «destini risorse sufficienti per una migliore tutela dei lavoratori in caso di disoccupazione». Stesso spunto per la Cisl. Per Giorgio Santini, segretario generale aggiunto, «i dati mostrano quanto sia importante che il Governo continui a garantire il finanziamento degli attuali ammortizzatori in deroga fino alla fine dell'emergenza, e che successivamente le risorse vengano consolidate per la riforma degli ammortizzatori sociali. È altrettanto importante – conclude - fin da subito, un'esplicita finalizzazione di tutti gli ammortizzatori sociali alle politiche attive per ricollocare rapidamente i lavoratori».

Manovre recessive, Lega contro
La riforma previdenziale e degli ammortizzatori spinge invece il leghista Massimiliano Fedriga, anche lui commissione Lavoro, ad attaccare la politica del Governo «i nostri giovani, anche quelli laureati stentano a trovare lavoro e quando lo trovano si tratta in gran parte di lavori precari. Per non parlare dei tantissimi lavoratori che si sono ritrovati da un momento all'altro privati non solo del lavoro a causa della crisi, ma anche degli ammortizzatori sociali per l'allontanamento dell'età pensionabile imposto dal governo. Per creare vera occupazione - continua - occorre che il Paese cresca economicamente mentre è opinione assodata ormai che le manovre del governo sono recessive e che non ci porteranno fuori dal tunnel».

Più trasparenza sui finanziamenti
L'uscita dei dati sulla cassa integrazione mentre il Governo è alla ricerca delle risorse necessarie a finanziare la riforma del mercato del lavoro dà argomenti anche al segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni «il sistema produttivo é bloccato, e senza la tenuta del sistema di cassa i disoccupati sarebbero adesso circa 3 milioni». L'agenda del governo dovrebbe comprendere opzioni come il calo della pressione fiscale e la garanzia di risorse adeguate per le tutele straordinarie, ma finora sono mancati dati certi sul finanziamento. «A questo assordante silenzio il governo – conclude - deve dare immediata risposta».

Cna controcorrente
A confermare la delicatezza del tema, la posizione controcorrente del presidente della Cna, Ivan Malavasi: «Tenere le persone in cassa integrazione per sei anni con lo stipendio all'80% è un delitto nei confronti di tutti gli altri cittadini e soprattutto per i giovani». In certi casi «è meglio chiudere piuttosto che tenere le persone in mobilitá per anni. Bisogna mettersi d'accordo su chi paga la cassa integrazione di lavoratori all'80%, soprattutto per dare dignità e sostegno ai giovani che entrano nel mondo del lavoro».

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