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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2012 alle ore 17:07.

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Elsa Fornero e Viviane RedingElsa Fornero e Viviane Reding

di Viviane Reding, Vice Presidente della Commissione Europea e Commissaria responsabile per la Giustizia

e Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con delega alle Pari Opportunità

Negli ultimi decenni, in Europa, la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è sensibilmente aumentata. Il tasso di occupazione femminile si attesta attualmente al 58,2% per cento, mentre nel 1997 era pari al 51,4% per cento. Sta migliorando anche la performance nel campo dell'istruzione: su 100 neo-laureati europei, oggi 60 sono donne. La legislazione e il supporto finanziario dell'UE hanno contribuito a questi successi.

Si tratta naturalmente di progressi importanti, ma permane una grande lacuna: la carenza di donne nelle posizioni dirigenziali delle imprese. E' molto difficile per le donne, anche quando hanno tutte le necessarie qualificazioni professionali, infrangere la barriera di cristallo che le esclude dai vertici aziendali. I fatti parlano da soli: nell'Europa dei 27, se si osservano le principali società europee quotate in borsa, solo un membro di consiglio d'amministrazione su 7 (pari al 13,7 %) e un presidente su 30 (3,2%) è donna. La situazione in Italia è ancora peggiore, con solo il 6,1% di posti nei consigli di amministrazione occupato dalle donne. Del resto, in Italia, il tasso di occupazione femminile è più basso rispetto alla media UE (inferiore al 50%), richiedendo pertanto una attenzione concreta per avvicinarsi agli altri Stati membri.

In Europa, si è di converso recentemente registrato un lievissimo progresso. La quota femminile nei consigli di amministrazione è aumentata del 2% circa tra l'ottobre 2010 e il gennaio 2012, contro lo 0,6 % di aumento annuale registrato nell'ultimo decennio. Bisogna comunque sottolineare che circa la metà di questo incremento si è registrato in Francia, dove è stata introdotta una nuova legislazione sulle "quote rosa" nei vertici societari. L'auspicio che tale intervento possa sortire effetti analoghi anche in Italia, dove la stessa normativa sta entrando in vigore, è ovviamente accorato. La lentezza del cambiamento è peraltro confermata: al ritmo attuale, ci vorranno almeno altri 40 anni per arrivare in prossimità della parità di genere nell'UE. Il numero di donne che presiedono un consiglio di amministrazione è addirittura calato dal 3,4% nel 2010 al 3,2% del gennaio 2012.

A chi si stupisce dell'esiguità di queste cifre, si obietta spesso che non ci sarebbe un numero sufficiente di donne in grado di assumere posizioni di vertice. In realtà, si registra la presenza di numerosi talenti femminili nei livelli bassi e intermedi delle organizzazioni; questi talenti spariscono quando si deve fare il salto al vertice.

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