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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2012 alle ore 18:45.

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Ovunque sia ormai è certo che non è sulla via di casa, Rossella Urru, la cooperante rapita nei campi profughi Saharawi nella notte tra il 22 e 23 ottobre scorso. Dopo l'entusiasmo che la notizia della sua liberazione, data da Al Jazeera e rilanciata in Italia da Sky e Adnkronos, aveva suscitato sabato, ora torna l'angoscia. La smentita ufficiale circa il ritorno alla libertà della giovane donna arriva da due testate giornalistiche mauritane, Sahara Media e Ani che hanno affossato anche le ultime speranze di chi stava ormai contando le ore per riabbracciare Rossella.

Secondo quanto riportato dai giornalisti africani, la certezza del mancato rilascio della cooperante è stata data dalla telefonata fatta alla madre, in cui spiegava di essere ancora nelle mani dei sequestratori, dal gendarme Ely Ould Moctar, che si diceva fosse stato messo in libertà assieme alla donna italiana.

Già lunedì fonti Saharawi, da Rabuni capitale politico amministrativa dei campi profughi, avevano confermato alla nostra testata che non c'era alcuna attendibilità circa le voci di un rilascio di Rossella Urru, che proprio a Rabuni lavorava. Stesse conferme erano arrivate anche nei giorni scorsi, fino a ieri, quando la notizia della telefonata del gendarme ha definitivamente stroncato ogni speranza.

Nel rimbalzare forsennato delle ultime ore si era anche diffusa la voce che il rilascio della cooperante di origine sarda e dei suoi due colleghi spagnoli fosse legato alla liberazione di un terrorista, resosi responsabile di altri sequestri tra cui quello degli italiani Sergio Cicala e Philomene Kabouree. Notizia smentita, assieme a quella di una presunta richiesta di riscatto da 30 milioni di euro. Secondo il sito Ani, comunque, le trattative per la liberazione dei tre sequestrati dai campi Saharawi sono ancora in corso e vedono coinvolte due organizzazioni terroristiche: Aqmi (Al Qaeda per il Maghrem islamico) e Movimento Jihad.

Dall'Emilia Romagna, intanto, arrivano gli auguri del presidente della Regione, Vasco Errani, che nel giorno della festa delle donne ha voluto ricordare Rossella, che lavorava ad un progetto del CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), finanziato proprio dall'amministrazione regionale.

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