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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2012 alle ore 08:12.

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LA TRAGEDIA CHE HA CAMBIATO IL PAESE
DOPO

11 marzo
Un sisma di magnitudo 9 sulla scala Richter scuote il Giappone nordorientale alle 14.46. Meno di un'ora dopo un gigantesco tsunami spazza le coste: i morti sono 15.800, 3.300 i dispersi (nel montaggio fotografico, la città di Kesennuma, nella prefettura di Miyagi: dopo il disastro, a sinistra, e oggi, a destra). L'onda killer investe anche la centrale Daiichi vicino a Fukushima. Il Governo dichiara l'emergenza nucleare e ordina l'evacuazione della popolazione in un raggio di 3 chilometri che diventeranno poi 20 nei giorni successivi
14 e 15 marzo
Esplosioni nei reattori 2 e 3; danneggiato anche il reattore 4
2 aprile
Confermata una fuga di acqua altamente radioattiva nel Pacifico. Due giorni dopo la Tepco, società che gestisce la centrale, inizia a riversare nell'Oceano acqua a bassi livelli di radioattività
12 aprile
L'incidente di Fukushima viene classificato a livello 7, lo stesso del disastro di Chernobyl
4 novembre
Il Governo versa alla Tepco 900 miliardi di yen (11,9 miliardi di dollari), per i risarcimenti
16 dicembre
Il nuovo premier Yoshihiko Noda annuncia che l'impianto è stato messo in sicurezza. Si conclude così la fase dell'emergenza

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