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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2012 alle ore 19:29.

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Quella che ha portato alla morte di Franco Lamolinara «non risulta essere una vicenda che è stata condotta secondo criteri che sarebbero ragionevoli». Lo ha detto il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, a conclusione della riunione di oggi nella quale il direttore dell'Aise Adriano Santini ha informato sugli avvenimenti che hanno portato all'uccisione di Lamolinara. D'Alema ha spiegato che «emerge con chiarezza la necessità di un ulteriore chiarimento da parte dell'autorità britannica a livello politico e di servizi. La visita nei prossimi giorni del ministro degli Esteri inglese, William Hague, sarà l'occasione per un chiarimento più convincente sulla vicenda». Tra i problemi emersi nel corso della lunga audizione, durata circa tre ore, vi è anche quello della «nostra capacità informativa autonoma». Dai resoconti, ha commentato ancora l'ex ministro degli esteri, è emersa «la necessità di un ulteriore chiarimento con le autorità britanniche, sia a livello di servizi che politico».

Secondo il presidente del Copasir «un'operazione di un'ora e mezza difficilmente si può chiamare blitz», ha continuato D'Alema spiegando che al comitato si è parlato soprattutto del fatto che «questa operazione militare che doveva essere un blitz per la liberazione si è trasformata in una battaglia che è durata almeno un'ora e mezza e che si è conclusa con la morte degli ostaggi».

La versione degli 007 italiani: blitz scattato per fuga di un complice
Tre terroristi nigeriani del gruppo che aveva sequestrato l'ingegnere Franco Lamolinara e il suo collega inglese Chris McManus, furono arrestati prima dell'8 marzo scorso, ma un quarto complice riuscì a sottrarsi alla cattura e per questo motivo le forze britanniche e nigeriane decisero di dare vita al tragico blitz conclusosi con l'uccisione dei due ostaggi. È quanto avrebbe riferito il generale Adriano Santini, direttore dell'Aise - apprende l'Agi - nel corso dell'audizione al Copasir. Santini, inoltre, avrebbe precisato che la nostra intelligence, fin dal 12 maggio del 2011, giorno del sequestro, attraverso i suoi 007 sul posto, aveva seguito l'evolversi della vicenda «passo dopo passo», fino alla drammatica decisione presa, in totale autonomia, a quanto avrebbe riferito Santini, dalla forze speciali inglesi e nigeriane di dare vita al blitz per il timore che proprio il quarto terrorista sfuggito all'arresto avrebbe potuto dare l'allarme ai suoi complici e far spostare gli ostaggi in un altro covo-prigione. Ad indicare il luogo dove erano tenuti sequestrati Lamolinara e McManus era stato infatti svelato da uno degli arrestati.

Terzi alla famiglia Lamolinara: anche il Governo vuole la verità
Per il Governo è importante giungere alla verità sull'uccisione di Franco Lamolinara in Nigeria. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, parlando con i fratelli di Lamolinara al termine della cerimonia di tumulazione nel cimitero di Gattinara, secondo quanto riferito dalle persone che hanno assistito alla conversazione Terzi ha garantito ai fratelli dell'ingegnere che la Farnesina resterà in contatto con loro così come ha fatto in questi giorni. Quindi, ha sottolineato che il ministro degli esteri inglese verrà in Italia nei prossimi giorni e che c'è da parte britannica un profondo dispiacere e una grande volontà di collaborazione e di chiarire che cosa è successo a Sokoto. Domani, alle 16.30, nell'Aula del Senato, si svolgerà l'informativa del ministro sulla vicenda nigeriana e sull'arresto dei due marò in India.

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