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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2012 alle ore 16:51.

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Riforma del lavoro, Fornero: «Accordo entro il 21 marzo» (LaPresse)Riforma del lavoro, Fornero: «Accordo entro il 21 marzo» (LaPresse)

Una «giornata decisiva per la definizione di un accordo» sulla riforma del lavoro. Con queste parole il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dato inizio presso al sede del ministero in via Flavia a Roma all'atteso incontro Governo-parti sociali sulle nuove regole del mercato del lavoro, in particolare i nuovi meccanismi per gli ammortizzatori sociali. Obiettivo del ministro, d'accordo con il premier Mario Monti, è di «chiudere la trattativa tra il 21 e il 23 marzo». Tempi stretti, dunque, quelli annunciati ai leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, mentre Confindustria era rappresentata dalla presidente Emma Marcegaglia. Priorità dell'Esecutivo, ha spiegato il ministro, è «la riduzione strutturale e stabile dei livelli di disoccupazione portandola al 4-5 per cento». La piattaforma descritta dal ministro prevede l'introduzione di un contratto «contratto dominante» che privilegi la forma di ingresso dell'apprendistato a tempo indeterminato, mentre il finanziamento della riforma - uno dei nodi su cui nelle ultime settimane si sono sovrapposte varie ipotesi - non sarà garantito da risorse prelevate dal fondo sociale, ma queste verranno individuate al di fuori dei capitoli di spesa sociale. Ancora da capire dove, però: «Non sono in grado di dirvi dove saranno trovate le risorse - ha spiegato il ministro alle parti sociali - il governo é impegnato a ricercarle».

Al via subito, a regime nel 2015
Nel suo intervento di apertura del "tavolo" - il sesto incontro con le parti sociali da quando è iniziato il confronto sulla riforma del mercato del lavoro - il ministro ha anche accennato al periodo di transizione della riforma e del cambio del sistema di ammortizzatori: «cominciamo nel 2012 e andremo a regime nel 2015». In linea poi le ipotesi circolate negli ultimi giorni, il ministro ha poi confermato la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, che « resta e non scompare»: ad essere eliminata «sarà solo la causale per cessazione di attività». Il contratto a tempo determinato, invece, «dovrà costare un po' di più» ai datori di lavoro.

Come funziona l'assicurazione sociale
La riforma farà perno sull'introduzione dell'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi). In pratica, una forma di nuova tutela e di sostegno al reimpiego. Nelle intenzioni del Governo, l'Aspi è destinata a sostituire strumenti come le attuali indennità di mobilità, gli incentivi di mobilità e disoccupazione per apprendisti, l'una tantum per i Co.co.pro e altre indennità similari. L'assicurazione sociale si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici assunti con contratti non a tempo indeterminato. Tra i requisiti per l'accesso descritti nella proposta del Governo, almeno due anni di anzianità assicurativa del lavoratore e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. La durata dell'assicurazione dovrebbe essere di 12 mesi (che salgono a 18 per i lavoratori sopra i 58 anni), e un importo medio di 1.119 euro. Grazie ad un meccanismo di sfasamento, l'indennità subirà un abbattimento del 15% ogni seimesi. L'aliquota contributiva dovrebbe invece aggirasi intorno all'1,3% incrementata dell'1,4% per i lavoratori non a tempo indeterminato.

Lunedì nuovo appuntamento con il premier
La tabella di marcia, al termine della riunione, vede in programma un nuovo appuntamento per lunedì 19, questa volta a Palazzo Chigi, presente anche il premier Mario Monti. Nelle prossime ore, il ministro del lavoro trasmetterà a sindacati e imprese i documenti relativi alla nuova contrattazione di ingresso con la nuova assicurazione sociale per l'impiego, su cui, le parti sociali sono chiamati a ad esprimere controdeduzioni e osservazioni . Sull'altro fronte caldo della riforma, quello relativo ad articolo 18 e flessibilità in uscita, il ministro darà il via ad una serie di incontri informali.

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