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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2012 alle ore 13:56.

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Ignazio e Romano La Russa (Space24)Ignazio e Romano La Russa (Space24)

L'assessore alla Sicurezza della regione Lombardia, Romano La Russa, fratello dell'ex ministro e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, è indagato per finanziamento illecito ai partiti nell'ambito dell'inchiesta sul caso Aler. Lo si evince dall'avviso di chiusura delle indagini nei confronti di una dozzina di persone. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 12 persone indagate a vario titolo per turbativa d'asta , corruzione e illecito contributo elettorale.

Diecimila euro per la campagna elettorale del 2010
Nel corso dell'inchiesta, è emerso che due dirigenti dell'Aler, Azienda Lombarda Edilizia Residenziale di Milano (ex Istituto delle case popolari), avrebbero eluso, in concorso con cinque service manager, «gare ad evidenza pubblica operando il frazionamento degli affidamenti a diverse ditte», mentre l'illecito finanziamento è relativo a un presunto contributo elettorale pari a 10mila euro che un impreditore avrebbe versato per finanziare la campagna elettorale di Romano La Russa alle elezioni regionali del 2010 e quella di suo genero Marco Osnato, esponente di spicco del Pdl milanese, alle comunali del 2011.

Indagato anche Baldassarre, assessore di San Donato
C'è anche un terzo politico indagato nell'inchiesta sui presunti illeciti commessi nella gestione dell'Aler. Oltre a Romano La Russa e suo genero, Marco Osnato, risulta indagato per illecito finanziamento dei partiti Gianfranco Baldassarre, ex consigliere comunale milanese in quota Pdl e assessore a San Donato.

L'assessore del Pdl: «È una cosa da ridere»
La Russa è stato indagato a causa di «manifesti per la campagna elettorale della Provincia di Vercelli. Una cosa da ridere». A spiegarlo, in un'intervista rilasciata ad Affaritaliani, è lo stesso Romano La Russa, fratello dell'ex ministro della Difesa, assessore alla sicurezza del Pirellone nonché coordinatore Pdl in provincia di Milano.

Il dirigente lombardo del Pdl nega di essere preoccupato («per il momento no, però é il mio primo avviso di garanzia, devo ancora capire») e denuncia come da parte della magistratura ci sia interessamento «eccessivo» nei confronti della giunta Regionale della Lombardia: che ci sia un attacco in corso, precisa, «è fuori discussione. Non si può dire che i giudici non devono indagare. E' giusto che lo facciano. Ma che vi sia un'attenzione particolare negli ultimi tempi sulla Regione mi pare fuori discussione. A torto o a ragione lo vedremo. Venuto meno l'obiettivo romano tocca a noi».

Quanto all'opportunità di fare un passo indietro, Romano La Russa chiarisce che il suo destino è nelle mani del governatore Roberto Formigoni: di eventuali dimissioni, spiega, «ne parlerò con il presidente, non c'é nessun problema. Se sono di intralcio non esito un secondo».

Civati (Pd): una altro caso personale, dirà Formigoni
«Indagato un assessore regionale, questa volta in carica: si tratta di Romano La Russa. Un altro caso personale, dirà Formigoni». Lo scrive sul suo blog il consigliere regionale del Pd in Lombardia, Pippo Civati, dopo la notizia dell'indagine a carico dell'assessore regionale del Pdl, il decimo consigliere del Pirellone coinvolto in una inchiesta giudiziaria dall'inizio della legislatura (2010).

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